Lorefice, “non ci sarà nucleare a Butera attacchi da partiti degli inceneritori”

 
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Il senatore Pietro Lorefice

Gela. “Da che pulpito viene la predica. Parlano i partiti delle trivelle e che vogliono gli inceneritori, compreso uno in provincia di Caltanissetta. Il Movimento cinquestelle è assolutamente contrario al nucleare in Sicilia e non ci saranno depositi sull’isola”. Il senatore Pietro Lorefice risponde così soprattutto ai partiti di centrodestra, anche locali, che legano la scelta di Butera, come potenziale sito per ospitare scorie nucleari, alla volontà politica di forze di governo come il Movimento cinquestelle e il Pd. “Forse, qualcuno ha dimenticato che il percorso che ha condotto alla Cnapi, la Carta nazionale dei siti potenzialmente idonei, è iniziato nel 2010 con il governo Berlusconi. Ci sono stati governi che hanno semplicemente messo in un cassetto la lista e ci sono gravi responsabilità. L’Italia è anni indietro rispetto ad altre nazioni, che hanno invece un deposito unico per le scorie nucleari – dice il senatore – c’è una direttiva Euratom del 2009 che prevede la necessità di andare avanti. La Regione Siciliana dovrebbe solo prendere atto delle nostre iniziative istituzionali. Abbiamo sempre sostenuto che la Sicilia debba essere denuclearizzata. Siamo per l’economia circolare e non dimentichiamo che questo territorio già ospita sei milioni di tonnellate di rifiuti a bassa intensità, nella discarica fosfogessi. Questo non bisogna mai trascurarlo e nessuno ne parla”. Il senatore è correlatore della relazione sui rifiuti radiottivi in Italia e spiega che da un punto di vista tecnico la Sicilia non potrà mai essere individuata come deposito nazionale.

“Il settantacinque per cento dei rifiuti nucleari è concentrato in Piemonte, dove erano stati collocati i siti più importanti – continua – già il trasporto verso le isole sarebbe pericoloso e aprirebbe a rischi, oltre agli esborsi economici. Peraltro, dal momento della pubblicazione della Cnapi al potenziale avvio dei lavori dovranno trascorrere non meno di 44 mesi. E’ ancora un processo in divenire, che tanti governi del passato hanno deciso di non affrontare. Un altro governo Berlusconi aveva imposto dall’alto il deposito nazionale a Scanzano Jonico, senza alcuna consultazione delle comunità. Quindi, partiti come Forza Italia, la Lega, anche quella del Sud che è già una contraddizione, o i sostenitori della Meloni, sono gli ultimi a poter parlare. Sono solo strumentalizzazioni. Il deposito nazionale mette in sicurezza le popolazioni che per decenni si sono trovati a convivere con lo stoccaggio di rifiuti nucleari in aree non idonee”.

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