Gela. C’è l’ombra del racket dietro alcuni episodi di violenza e teppismo che hanno colpito un commerciante cinese. Prima i petardi all’interno del negozio durante l’orario di punta, poi i colpi di bastone contro l’uomo.
E’ successo nei giorni scorsi al titolare di un negozio di via Palazzi. E’ uno dei tanti cinesi che in città, come nel resto d’Italia, hanno aperto attività commerciali. Evidentemente danno fastidio a qualcuno. Razzismo, delinquenza comune, racket? Sono tutte ipotesi che le forze dell’ordine stanno valutando. Ci sono difficoltà oggettive, date soprattutto dalla lingua, ma anche dalla poca voglia di parlare. Il presidente dell’associazione Antiracket, Renzo Caponetti, ha già incontrato la vittima del pestaggio. “Ho provato a farlo collaborare – dice – ma non è semplice. Mi è sembrato impaurito e inoltre esiste una oggettiva difficoltà di linguaggio. Non parla bene la nostra lingua e non è semplice convincerlo a spiegarci cosa sia successo realmente. La cosa però mi preoccupa perché sta avvenendo con una certa frequenza. Il lancio di petardi mentre il negozio è affollato di clienti, e poi quei colpi di bastone sono un segnale inquietante”.
Il presidente dell’Antiracket non esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella delle estorsioni. “Ci stiamo avvicinando al periodo natalizio – prosegue Caponetti – ed è abbastanza noto che la criminalità bussa alla porta dei commercianti per ottenere qualcosa. Gli esercenti di origine cinese vivono nel nostro contesto oramai da anni per cui potrebbero essere vittime della malavita. Per questo proverò a capire se qualcuno in effetti abbia ricevuto “visite” o richieste di denaro”.