Gela. Anche a sinistra del Pd, le politiche del prossimo marzo iniziano a bussare alla porta. Liberi e Uguali, quasi come da schema consolidato, non vuole candidature imposte dall’alto. Devono essere i territori a decidere e l’hanno ribadito anche quelli che stanno organizzando il movimento a livello cittadino e provinciale. Questa mattina, assemblea in città, con gli esponenti di tutta la provincia e non solo. “I seggi che verranno espressi dal territorio – dice il coordinatore provinciale di Sinistra Italiana Paolo Cafà che confluisce in Liberi e Uguali – sono certamente ambiti, anche in base alle percentuali che vengono attribuite al movimento. Siamo però convinti che debbano essere espressione di scelte che verranno condivise da chi i territori li vive. Non possiamo cadere negli stessi errori di altri partiti, a cominciare dal Pd”. Così, l’assemblea ha scelto i componenti del coordinamento provinciale. Ci sono lo stesso Cafà e l’altra gelese di Sinistra Italiana Anna Bunetto, ma anche Salvatore D’Arma di Articolo 1 e, ancora, Angelo Marotta, Saro Cusumano, Andrea Grottadaurea e Maria Teresa Pinazzo. Sarà il coordinamento a valutare i possibili nomi da schierare in vista di marzo.
“Facile dirsi a sinistra del Pd…”. “Le candidature dovranno tenere conto delle rappresentanze territoriali, in ottica unitaria, di concerto con le segreterie nazionali – si legge nel documento finale – ed è stato altresì sottolineato che l’unica alternativa alla deriva liberista del nostro paese, che è sempre più fragile, povero e diseguale, è la sinistra di Liberi e Uguali, sinistra di governo e del lavoro, per l’affermazione dei diritti civili e sociali e in rappresentanza delle classi e delle categorie sociali più deboli”. A questo punto, Liberi e Uguali potrebbe a breve costituire un comitato anche in città. “Dobbiamo essere chiari – conclude Cafà – questa è una sinistra che sta con il lavoro e non con gli interessi dei padroni. Oramai, dirsi a sinistra del Pd è fin troppo facile, bisogna dimostrarlo nei fatti e con scelte nette”. Il fatto che il Partito Democratico, almeno a livello locale, sia impegnato a sanare i continui conflitti interni, potrebbe aprire spazi di manovra ad una sinistra che, seppur derivata dallo stesso ceppo politico dem, ha scelto di affrancarsene, sostenendo Pietro Grasso.