Gela. Le contestazioni erano gravi, compresa la tentata estorsione ai danni della madre. Un ventiduenne, in base alle accuse che lo hanno portato a processo, avrebbe ripetutamente chiesto denaro alla madre e davanti al diniego della donna l’avrebbe anche aggredita. La condanna è stata pronunciata dal collegio penale del tribunale, ad otto mesi di reclusione. I giudici hanno riconosciuto gli estremi del reato solo per un’ipotesi di lesioni, sempre ai danni della madre. Sono cadute, invece, le altre contestazioni di tentata estorsione, maltrattamenti in famiglia e un’ulteriore ipotesi di lesioni. Il pubblico ministero Antonio Scuderi, riconoscendo la responsabilità del giovane, ne ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione. L’imputato, in passato, fu anche coinvolto in altre indagini e da minore ottenne un’assoluzione, sempre per fatti analoghi. Su quella pronuncia ha insistito il legale di difesa, l’avvocato Carmelo Tuccio. Per il difensore, i soldi chiesti alla madre spettavano all’imputato, come liquidazione per un incidente stradale. Ne avrebbe rivendicato la disponibilità.
sarebbe montata, anche a causa dell’uso di sostanze stupefacenti da parte del ragazzo. C’era il timore che potesse usare i soldi, proprio per l’acquisto di droga. Nel dispositivo, letto in aula, il collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, ha riconosciuto la responsabilità del ventiduenne solo per un’ipotesi di lesioni.