"Lega corre con il simbolo, chi non lo fa vuole nascondersi", Carfì: "Unità ma senza Fi"
Gela. “L’unico limite al dialogo l’abbiamo con Forza Italia, a causa delle dichiarazioni del loro coordinatore regionale. Per il resto, la Lega è aperta ad un progetto unitario di centrodestra”. Raffa...

Gela. “L’unico limite al dialogo l’abbiamo con Forza Italia, a causa delle dichiarazioni del loro coordinatore regionale. Per il resto, la Lega è aperta ad un progetto unitario di centrodestra”. Raffaele Carfì, ex forzista che da qualche tempo è entrato a far parte del circolo presieduto da Giuseppe Spata, conferma i contatti in corso nella possibile coalizione. “Stiamo parlando con i civici, con Fratelli d’Italia e DiventerBellissima – spiega – abbiamo comunque un format ben preciso che vogliamo condividere con gli alleati. Un candidato sindaco leghista? Se ci sarà una proposta migliore che possa convincerci, saremo i primi a fare un passo indietro. A noi non interessa un super sindaco ma invece allestire una super squadra di governo della città, dove tutti i partiti e i movimenti vengano rispettati”. Carfì, che fino a qualche tempo fa sembrava intenzionato a seguire il progetto dei civici, vuole comunque mettere un argine rispetto ai possibili avversari elettorali. “Simboli di partito? Certo che correremo con i nostri simboli – dice – non abbiamo niente da nascondere né siamo mai stati al governo della città. Chi si presenterà senza simbolo probabilmente vuole solo nascondersi o confondere l’elettorato”.
Se i leghisti chiudono a Forza Italia, con il veto posto dai vertici regionali e nazionali del partito di Salvini, non escludono però che possa riprendere il confronto con un candidato sindaco in pectore come l’imprenditore Maurizio Melfa. “L’abbiamo detto più volte – ammette – chiunque si presenta come già candidato pone delle difficoltà nel confronto. Se Melfa vorrà dialogare in modo propositivo con gli alleati, allora valuteremo”. Ai leghisti non è piaciuto l’anticipo elettorale deciso dalla giunta Musumeci, che porterà alle urne per le amministrative almeno un mese prima rispetto alle europee. “Non è solo una questione di costi maggiori – conclude Carfì – ritengo che dietro ci sia una strategia politica. C’è il timore di un avvento della Lega”.