Gela. La faccia, dopo la figuraccia di Paternò, ce l’hanno messa il capitano Raffaele Gambuzza ed il portiere Armando Di Martino, silenzio da parte di tutti gli altri: presidenti, allenatore, direttore sportivo. Il 7-1 di Paternò ha lasciato strascichi. Ed altri ce ne saranno. Forse di importantissimi. “Abbiamo toccato il fondo e ce ne assumiamo le responsabilità”. Sono le parole usate sui profili personali dei social di Gambuzza e Di Martino, che hanno chiesto scusa.
Al Falcone Borsellino c’era solo uno dei due presidenti, Marco Scerra. Qualcuno vicino alla squadra racconta di uno Scerra in lacrime durante il viaggio di ritorno, sia per l’umiliazione (calcistica s’intende) subita, per la rabbia di aver visto la squadra subire gli “olè” dei tifosi paternesi sul 6-0 e soprattutto nel vedere quei 60 tifosi del Gela tifare fino al 90’ come si stesse sullo 0-0: encomiabili.
Qualcosa di grosso bolle in pentola. Il silenzio della società è di quelli assordanti. Forse la scoppola di Paternò servirà a scuotere qualcosa. Ieri si è toccato il fondo. Ma dal fondo si può ripartire. Per chi ha ancora voglia di continuare ed amare ancora un delfino ferito, ma non abbattuto.