Gela. “Lavoro e salute per garantire dignità ai lavoratori della fabbrica Eni e, soprattutto, evitare differenze di trattamento tra diretto e indotto”. Il segretario regionale della Fiom Cgil Roberto Mastrosimone l’ha ribadito durante il direttivo della sigla sindacale dei metalmeccanici della Cgil.
“L’ambiente e la sua salvaguardia – ha aggiunto il sindacalista – sono fondamentali. Allo stesso tempo, però, non si può pensare di togliere il lavoro a circa mille operai dell’indotto. Dove si dovrebbero ricollocare? Non ci sono alternative valide”.
Una linea espressa anche dal segretario provinciale della Fiom Orazio Gauci. “Eni – ha ammesso – è tenuta a rispettare un unico accordo, quello del luglio di un anno fa oltre all’intesa firmata nell’estate del 2012 sul fronte dell’indotto. Non ci sono altre soluzioni. Bisogna tutelare il lavoro”.
Ancora più diretto è stato il segretario provinciale generale della Cgil Ignazio Giudice. “Per avere forza nei tavoli di trattativa – ha spiegato – bisogna creare un unico coordinamento di tutte le categorie sindacali. Solo in questo modo, si potranno portare avanti tutte le rivendicazioni in maniera univoca. La città non è più quella di dodici anni fa che ha reclamato lavoro in cambio della salute. Non dimentichiamo che il pet coke è comunque un combustibile indicato nelle liste dell’Unione Europea. Di certo, il ridimensionamento della fabbrica Eni significherebbe la fine di molte aziende. L’industria in città, infatti, ha contribuito a formare intere generazioni di prestatori di servizi e non di veri e propri imprenditori, capaci di muoversi anche al di fuori della sfera Eni”.
Al direttivo dei metalmeccanici hanno partecipato rappresentanze dei siti industriali del siracusano e del messinese. “Gela e le lotte dei lavoratori dello stabilimento Eni – hanno confermato – sono modelli di ciò che potrebbe accadere in altre città. Per questa ragione, è essenziale agire dal basso come è stato fatto con i presidi dei lavoratori”. Molte incertezze, però, si registrano sul fronte dell’assorbimento dei circa centoquarantacinque lavoratori, compresi quelli di Smim e Tucam, tra le fila di Sicilsaldo e Ergo Meccanica. I tempi dettati dall’accordo in prefettura sono stati abbondantemente superati. Già questa mattina, i segretari generali saranno davanti al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente per cercare di ottenere un’eventuale copertura salariale in favore degli operai che, per un intero mese, hanno scioperato contro il paventato ridimensionamento del sito di contrada Piana del Signore.