Gela. Questa mattina, abbiamo pubblicato una lettera aperta, scritta da un nostro lettore, Alessio Marino, e rivolta ai candidati alle imminenti elezioni amministrative. Si chiedono massimo impegno e priorità precise, per i servizi e per lo sviluppo, a chi ambisce alla guida della città. All’appello ha voluto rispondere uno dei candidati in lizza per la poltrona di sindaco, Terenziano Di Stefano. “Caro Alessio, le tue parole sono arrivate dritte alla pancia. Risponderti è un dovere che stamattina, non appena ho finito di leggere la tua lettera, ho sentito dentro. Sì, Alessio, la nostra città, come tu stesso dici, ha un potenziale inespresso che da anni viene soffocato. Definisci il nostro Comune un potenziale soggetto di cucitura anche al fine di favorire un partenariato pubblico-privato. Sì, il project financing, se ben pensato, è uno straordinario strumento e anche per questo c’è una voce del mio programma elettorale tutta dedicata a questo. Sì, i nostri tesori archeologici avrebbero ben potuto esportare il nome di Gela nel mondo per sfruttare il potenziale turismo che, in ogni caso, al momento latita; la zona industriale è centro di un’anima profondamente produttiva che dà lavoro a centinaia di gelesi ma, diciamocelo, è spesso concepita come un contenitore di voti e nulla più. Ti ho letto e mi sono riconosciuto in te perché io stesso, esattamente come te, ho vissuto la mia vita in giro per l’Italia, lontano dalla mia casa, per motivi di lavoro. Non ho mai smesso di sentire il richiamo della mia terra e mai ho smesso, durante i quasi dieci anni di esperienza lavorativa trasfertista, di rivolgere uno sguardo amorevole alla nostra città. Io sono te, perché sono un lavoratore innamorato della propria città, che diciamocelo, vive anche il dramma di vedere andar via la propria gente. È per amore che ho deciso di candidarmi a sindaco ed è per lo stesso amore e certamente per un legittimo dispiacere, che mi accorgo di quanto grande sia il potenziale inespresso della nostra città. Per questo, hai scelto di scrivere la tua lettera aperta che io considero, a tutti gli effetti, una lettera d’amore”, dice Di Stefano rispondendo all’appello. Indica i punti fondamentali, sulla base di ciò che è riportato nella lettera del nostro lettore.
“Il polo universitario del quale parli, Macchitella Lab, è indiscutibilmente una delle mie ossessioni politico-sociali ed è uno dei primi atti che esiterò, qualora fossi io ad avere l’onore di diventare sindaco. Gli atti per spalancare quel cancello sono pronti, la burocrazia e una politica miope hanno bloccato l’apertura del presidio di legalità e istruzione, per questo ho condotto e condurrò una vera battaglia. Un ufficio interamente dedicato all’accelerazione dei progetti, è una mia ossessione, il potenziamento del settore produttivo-industriale è una mia ossessione, rendere i quartieri, che sono micro-città nella città, è una mia ossessione, rendere i siti archeologici fruibili è una mia ossessione. L’impegno da politico che mai ha smesso di essere anche lavoratore, sta anche in questo. La politica che promette posti di lavoro, si serve del bisogno della gente. Il nobile ruolo della politica, non è promettere posti di lavoro, è creare le condizioni, compatibili con il nostro territorio, affinché ogni visione e attività politica sia indirizzata al lavoro. Sono due cose diverse. Le promesse si infrangono il giorno dopo le elezioni e con loro le speranze di una politica onesta. La tua domanda perfetta mi colpisce. “Volete essere ricordati come coloro che hanno fatto ferro e fuoco in tutte le sedi istituzionali, per far valere i diritti dei gelesi?”. Non ho dubbi sulla risposta, Alessio. Voglio essere il garante di quei diritti, diventare scudo contro ogni stortura e lì dove c’è distruzione e scempio, creare sviluppo. Lì dove ci sono promesse bugiarde, creare occasioni. Lì dove ci sono gli usurpatori di speranze, ristabilire il senso della splendente dignità della mia e della tua città. Ti ho scritto parlando a me stesso, perché in te mi riconosco”, conclude Di Stefano.