Gela. Risultati decisamente differenti dopo i sopralluoghi tecnici nella vasca 4 della raffineria Eni, che per i pm della procura l’azienda avrebbe usato come discarica d’amianto, senza adottare le necessarie misure di sicurezza. A confronto, davanti al giudice Miriam D’Amore, sono state poste le conclusioni del perito del pubblico ministero e quelle del collegio di tecnici scelto in fase di indagini. Per l’esperto che ha assistito i pm della procura, dai campionamenti effettuati sul materiale stoccato nella vasca sarebbe emersa la presenza di amianto e il netto superamento delle soglie relative anche ad altri componenti molto pericolosi come l’arsenico, lo zinco e il cadmio. Il collegio dei tecnici scelto in fase di indagine, invece, ha escluso lo sforamento dei parametri. La distanza di valutazione è netta anche rispetto all’area che venne sottoposta agli accertamenti. “Nella vasca c’era amianto – ha detto il perito del pm – e non è vero che non sono stati superati i parametri”. Tutti gli esperti sentiti in aula hanno risposto alle domande del pm Mario Calabrese e a quelle dei legali delle parti. Le accuse vengono mosse contro Bernardo Casa, Rosario Orlando, Aurelio Faraci, Biagio Genna e Arturo Anania. I difensori hanno ribadito che quella vasca era stata regolarmente autorizzata come discarica, anche per l’amianto. Le indagini condussero però ad accertare presunti inadempimenti e presidi di sicurezza non adottati, addirittura con le fibre d’amianto sparse in un’area battuta dal vento, a ridosso degli impianti. I militari della capitaneria di porto e gli stessi pm accertarono l’inadeguatezza delle coperture, in molti punti anche danneggiate. La presunta precarietà dei sistemi di sicurezza, nel corso dell’esame già reso, è stata ribadita da Vincenzo D’Agostino, operatore per anni incaricato di vigilare sulla zona e che più volte avrebbe segnalato le anomalie. E’ parte civile insieme al Comune, al Ministero dell’ambiente, alle associazioni Ona, Aria Nuova e Amici della Terra e ad alcuni lavoratori esposti.
I legali di parte civile Joseph Donegani e Davide Ancona hanno chiesto ulteriori ragguagli sull’esito dei campionamenti effettuati nella vasca. Insieme a loro, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giuseppe Laspina e Ezio Bonanni. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Grazia Volo e Gualtiero Cataldo. All’udienza di ieri, tra gli operai che assistevano, c’erano il senatore del Movimento cinque stelle Pietro Lorefice e il consigliere comunale grillino Virginia Farruggia, che da tempo seguono vicende dello stesso tipo.