Gela. Da qualche mese, è ufficialmente un consigliere comunale del Pd
e nel dopo Cirignotta potrebbe prendersi il posto di capogruppo.
Il Pd “frena” sulla Tari. Intanto, Guido Siragusa avvisa l’amministrazione comunale. “Il Pd non ha mai fatto promesse a questa giunta né è stato mai interessato a riceverne – dice – quindi, ribadisco che questa fase non è quella adatta per discutere di piano economico finanziario e aumento della tariffa Tari. Domani, in consiglio comunale, chiederemo ancora una volta al sindaco e al suo vice di fare un passo indietro. La priorità spetta al bilancio di previsione 2017, già commissariato. Non capisco perché il consiglio, ieri, abbia bocciato il prelievo del punto relativo al bilancio, di modo da anticiparne la trattazione, come aveva chiesto il consigliere Carmelo Casano”.
“Reggiamo nonostante tutto…”. Dal Pd, quindi, arriva un secco no alla Tari rafforzata portata in aula dalla giunta. “Come si fa a chiedere il voto, con una furberia che sostituisce la politica, se non ci sono ancora certezze sulla gara e sui costi effettivi – continua – peraltro, credo che il sistema adottato, con la società aggiudicataria chiamata a svolgere praticamente ogni tipo di servizio collaterale tagli fuori tante piccole imprese locali che, invece, potrebbero svolgere attività che con la raccolta rifiuti hanno poco da spartire”. Da tempo, i dem hanno fatto mea culpa rispetto all’esperienza rifiuti della giunta Fasulo e continuano a premere proprio sui costi del servizio, che sfiorano quasi i dieci milioni di euro davanti ad un piano economico finanziario che non superano i sette milioni e mezzo di euro. Insomma, la conseguenza inevitabile sono almeno due milioni di euro di debiti fuori bilancio all’anno. Un abisso che si mangia le casse del municipio. Siragusa, dopo la direzione cittadina di ieri, è sempre più vicino alla linea del segretario Peppe Di Cristina e non fa drammi dopo l’uscita di Vincenzo Cirignotta. “Probabilmente – spiega – Cirignotta aveva già maturato questa sua decisione. Spiace, ma il Pd deve ripartire dai risultati delle regionali. Abbiamo necessità di rinsaldare il rapporto con tante fasce della città, ma in ogni caso sappiamo che con Giuseppe Arancio all’Ars avremo sempre un punto di riferimento fermo e sicuro. Abbiamo retto nonostante molti elettori abbiano deciso di voltarci le spalle. Io capogruppo? Non credo sia la questione più importante da affrontare. Decideremo in modo sereno”.