Gela. Le mani le avevano già messe avanti, “o i candidati li decidono i territori oppure chiudiamo i circoli del partito”. Adesso, praticamente tutti i segretari cittadini del Pd provinciale prendono nuovamente posizione. Sono la base della fronda interna che sta montando tra i dem. Non vogliono più che i candidati, ad iniziare da quelli per le politiche di marzo, siano i soliti “blindati” da Palermo e Roma. I segretari, a cominciare da quello gelese Peppe Di Cristina, chiamano in causa, ancora una volta, sia Matteo Renzi sia Fausto Raciti. “Chiediamo semplicemente la possibilità di scegliere. Il problema, evidentemente, sta sia nei nomi dei candidati che nel metodo di selezione – si legge in un nuovo documento ufficiale – non si possono scavalcare i dirigenti locali, non si può non dar voce ai circoli che rappresentano il cuore e la spina dorsale del Partito Democratico. La provincia di Caltanissetta ha già dovuto subire scelte prese lontano dal territorio senza tener conto delle nostre esigenze. Questa volta non possiamo accettarlo e né possiamo consentire che le candidature vengano scelte tenendo conto esclusivamente di accordi romani o palermitani e mai delle nostre esigenze. Da molti anni siamo abbandonati e non rappresentati. Ormai, è completamente venuto meno il legame che un parlamentare ha l’obbligo di mantenere con il proprio territorio. Non possiamo andare avanti in questo modo”.
“Il nostro deputato era impegnata a fare altro”. I segretari chiedono di essere coinvolti e, soprattutto, non vogliono più sentir parlare della ricandidatura di Daniela Cardinale, la deputata dem uscente. “Nel nostro territorio vi è uno stato di totale abbandono – si legge ancora – il parlamentare che avrebbe dovuto occuparsi anche della nostra provincia probabilmente è stata impegnata a far altro. Di sicuro non è stato un riferimento per noi segretari di circolo. Per queste ragioni il metodo di selezione errato dei candidati potrebbe segnare un punto di non ritorno”. Piuttosto chiaro il riferimento alla figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale. “I candidati dei collegi uninominali e plurinominali li devono scegliere i territori. Non possiamo permettere a nessuno di farlo al posto nostro, chiunque esso sia – concludono – non si devono selezionare sulla base di equilibri tra correnti o altro. I candidati devono essere scelti esclusivamente dalla classe dirigente del territorio e negli interessi del territorio. Questa non è la posizione di un ristretto gruppo ma di una intera classe dirigente”. La fronda per le candidature è in atto, partita da Gela si è presa praticamente tutta la provincia.