Gela. “Risoluzione del rapporto di lavoro”. “La riconversione della raffineria non ci consente di ricollocare i lavoratori”. E’ questo l’oggetto delle comunicazioni che iniziano ad arrivare ai dipendenti della società Smim, da decenni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni. Dopo l’ultimo muro contro muro della scorsa settimana all’ufficio provinciale del lavoro di Caltanissetta, con l’azienda ferma nella procedura di mobilità e i sindacati pronti a dire no, i manager del gruppo spiazzano tutti. Prima ancora della riunione in prefettura a Caltanissetta, fissata per il prossimo giovedì, comunicano la risoluzione del rapporto di lavoro. Un provvedimento che dovrebbe interessare 115 operai. “L’azienda è dovuta ricorrere alla mobilità a seguito – si legge nella nota inviata agli operai – del diniego da parte del Ministero del lavoro alla richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per cessazione del ramo di attività. La chiusura per riconversione della raffineria di Gela non ci ha consentito la ricollocazione al lavoro del personale in esubero”. Quindi, niente da fare e più di cento licenziamenti proprio nel periodo delle festività pasquali.
“Respingiamo le provocazioni!”. Dopo il no dei sindacati metalmeccanici di Fiom, Fim e Uil alla procedura di mobilità, arriva la dura presa di posizione dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil. “Dire che si tratta di una scelta inopportuna, e non solo per il giorno scelto, è poco – spiegano Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – in verità si tratta di un vero e proprio atto di provocazione nei confronti dei lavoratori, del loro sindacato, che ha già detto no alla mobilità, ed alla città. Stiamo parlando di una impresa che da ottobre 2015 deve iniziare un lavoro da milioni di euro per conto della raffineria. Vorremo sapere le ragioni del mancato inizio. Stiamo parlando di una impresa che deve erogare mesi di salario ai lavoratori ed il tfr a coloro che sono andati in pensione. È la stessa impresa che abitualmente due giorni prima di ogni incontro, al Ministero o in Prefettura, esce fuori con queste scelte che aumentano la tensione sociale in città. Le confederazioni Cgil, Cisl e Uil congiuntamente alle categorie dei metalmeccanici non ci stanno e rivendicano lealtà nei confronti dei lavoratori e della città, lo stesso invitiamo a fare ad Eni, una delle committenti di Smim Impianti. Le provocazioni le respingiamo con forza”.