Gela. Per gli investigatori che acquisirono tutti gli elementi alla base dell’inchiesta antidroga “Hybris”, lungo l’asse tra Licata e Gela si sarebbero definiti diversi interessi sul traffico di droga. Uno dei tanti filoni processuali, per competenza territoriale, è arrivato davanti al giudice Marica Marino. Le contestazioni, in questo caso, vengono mosse nei riguardi del trentatreenne Giuseppe Pasqualino, poi arrestato nel blitz “Ianus”. E’ considerato molto vicino al presunto nuovo vertice del gruppo Rinzivillo, Giuseppe Tasca. Attraverso le contestazioni dell’indagine “Hybris”, condotta dai pm della Dda di Palermo, viene indicato come punto di contatto per la droga in città, in presunti rapporti che avrebbe mantenuto con il licatese Michele Cavaleri, a sua volta figura di spicco nell’inchiesta. Il tramite sarebbe stato Gioacchino Giorgio. Gli investigatori, come riferito dai poliziotti agrigentini sentiti in aula, arrivarono al trentatreenne seguendo una delle “staffette” della droga, Giuseppe Sanfilippo, a sua volta arrestato a seguito della stessa inchiesta e già fermato mentre era alla guida di una vettura, con a bordo un quantitativo di cocaina. E’ stato confermato che l’auto venne noleggiata da Pasqualino e nell’abitacolo pare ci fossero “atti giudiziari che lo riguardavano”.
Per la difesa dell’imputato, sostenuta dai legali Danilo Tipo e Flavio Sinatra, non ci sarebbero elementi certi per collegare Pasqualino alla voce che venne captata attraverso le intercettazioni condotte. Mancherebbero riscontri sulla sua materiale presenza ad un incontro monitorato nel corso delle attività di verifica condotte dagli investigatori. Su questo ha molto insistito la difesa e non si esclude un eventuale accertamento tecnico ulteriore. In aula, anche per sentire un perito, si tornerà a dicembre.