Gela. Sono circa tremila ma i richiedenti non riescono a versare quanto dovuto per ottenerne il rilascio.
Ammontano a tanto, infatti, le concessioni edilizie in sanatoria il cui iter è già stato completato: manca, però, il pagamento delle oblazioni e degli oneri concessori. In sostanza, le lettere recapitate nelle case dei proprietari degli immobili abusivi da sanare non hanno ancora ottenuto un vero e proprio riscontro. Molti di questi si sono trovati davanti a bollettini con cifre esose che, per la maggior parte, non sono riusciti a coprire.
L’allarme è stato lanciato dagli esperti della società Politecnica, titolare, per conto dell’amministrazione comunale, del servizio di definizione delle undicimila pratiche di sanatoria presentate sui tavoli municipali. Per questa ragione, la giunta retta dal sindaco Angelo Fasulo ha deciso di assumere una misura d’urgenza per evitare di perdere denaro prezioso da destinare alle casse di Palazzo di Città. In sostanza, il sindaco e i suoi assessori hanno dato il via libera alla possibilità di versare, a rate, quanto dovuto per il definitivo rilascio delle concessioni tanto attese.
Una mossa che, però, riguarderà solo la parte destinata ad essere incassata dai funzionari comunali e non, invece, quella che spetta per legge all’erario. La crisi economica che da tempo colpisce centinaia di cittadini rischia, così, di mettere in discussione le previsioni messe nero su bianco dai tecnici del comune e da quelli della Politecnica. Quest’anno, stando al programma stilato, nelle casse municipali dovrebbero entrare quasi cinque milioni di euro.
Denaro derivante dai pagamenti effettuati da chi ha già richiesto la sanatoria degli immobili abusivi di proprietà. Per questa ragione, lo sblocco delle quasi tremila pratiche finite sotto la lente d’osservazione dei tecnici della Politecnica diventa essenziale.
Soprattutto in questa fase, i funzionari municipali non possono assolutamente rinunciare a simili introiti. Su un totale di quasi undicimila pratiche presentate: fino ad oggi, l’importo potenzialmente ottenuto si aggira intorno ai sei milioni di euro anche se, stando ai dati forniti dalla Politecnica, solo due milioni e mezzo sarebbero già stati incassati dai tesorieri comunali.
La regolarizzazione degli immobili abusivi emersi dopo decenni di silenzio, a conclusione dell’intero percorso, dovrebbe fruttare quasi quindici milioni di euro.