Gela. Per il giudice delle indagini preliminari che, lo scorso marzo, non convalidò l’arresto di un ventisettenne trovato in possesso di quasi dieci grammi di cocaina, il fatto era di lieve entità. La cassazione annulla l’ordinanza. Una scelta che, però, non ha convinto la procura. Il caso è finito addirittura davanti ai giudici della corte di cassazione. Stando ai magistrati romani, l’arresto del ventisettenne Andrea S., invece, andava convalidato. Una linea sostenuta sia dal procuratore capo di Gela che dal procuratore generale. Così, i magistrati romani hanno annullato senza rinvio l’ordinanza emessa a marzo dal giudice delle indagini preliminari e successiva all’arresto del giovane che finì per qualche ora ai domiciliari. La cocaina, insieme ad alcune dosi di hashish, vennero ritrovate dagli agenti di polizia del commissariato e da quelli di Niscemi all’interno della sua abitazione. Così, scattò l’arresto. Un fermo che, secondo il gip, poteva essere evitato vista la ridotta quantità di droga scoperta e l’assenza di precedenti penali a carico del ventisettenne. “L’ordinanza omette di considerare – scrivono i giudici di cassazione – tutte le circostanze del caso concreto le quali rendevano fondatamente presumibile che il prevenuto potesse, nel lasso temporale successivo alla eseguita perquisizione domiciliare, recarsi all’esterno per procedere a plurime cessioni della cocaina in favore di terzi”.
La cocaina solo per uso personale. Davanti al gip, il legale del ventisettenne, l’avvocato Laura Caci, sottolineò come la droga fosse destinata al solo uso personale. Il gip dispose solo l’obbligo di firma.