Gela. A Roma, almeno per il momento, non si andrà. “L’indotto è al collasso”. I tanti operai dell’indotto Eni che, nelle scorse settimane, hanno raccolto firme ed adesioni per raggiungere la sede romana del governo attendono le mosse della giunta Messinese. “Speriamo di poter partire prima possibile – spiega Francesco Cacici – il problema è cercare di parlare direttamente con il premier Matteo Renzi. Noi ribadiamo quanto detto in passato, deve essere la giunta ad ottenere un incontro e noi saremo lì a Roma per far sentire la voce di un indotto al completo collasso”. Allo stato attuale, però, nonostante le tante adesioni, a Roma non si va.
Un comitato autonomo. I lavoratori, intanto, proseguono nel percorso che dovrebbe condurli alla costituzione di un comitato autonomo, distinto dai sindacati. Si attende solo di definire lo statuto. “Abbiamo già staccato circa trecento tessere – dice ancora Cacici – a breve, avremo uno statuto dettagliato”. In questa lunghissima ed estenuante vertenza, in attesa che la fase di conversione green della raffineria si concretizzi, viene lanciato un messaggio neanche troppo celato proprio alle organizzazioni sindacali.