Gela. Un insegnante locale, in collegamento per una lezione in Dad, si masturbo’ nonostante ci fosse l’attivita’ didattica in corso. Furono gli studenti di un istituto di un’altra provincia, nel quale l’insegnante era in servizio, ad accorgersi di quello che stava accadendo e a segnalarlo, anche tramite messaggi privati in chat. I fatti risalgono al periodo del lockdown per l’emergenza Covid. Finito a processo per questa vicenda, è stato condannato con decisione emessa dal giudice Martina Scuderoni. La pena imposta è di otto mesi. La richiesta della procura, attraverso il pm Tiziana Di Pietro, era di due anni di reclusione. L’accusa ha infatti confermato la piena responsabilità dell’imputato. Il Ministero dell’istruzione, con l’Avvocatura dello Stato (rappresentata dal legale Giuseppe Laspina), è stato nel procedimento come parte civile, concludendo per il riconoscimento del diritto al risarcimento dei danni.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Salvatore Liotta, ha cercato di ridimensionare l’accaduto, richiamando la situazione in atto in quel periodo, con l’isolamento che costrinse anche l’imputato a stare solo nella propria abitazione e a sostenere un notevole stress.