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Indotto "storico", sempre più difficile ricollocare operai bacino: Cosca, "guerra tra poveri"

Gela. Quello dell’indotto storico di raffineria da qualche tempo è un nodo ritornato sul tavolo del confronto tra le parti sociali. Anche questa mattina, davanti ai tornelli dello stabilimento di cont...

A cura di Rosario Cauchi
03 maggio 2023 23:00
Indotto "storico", sempre più difficile ricollocare operai bacino: Cosca, "guerra tra poveri" -
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Gela.Quello dell’indotto storico di raffineria da qualche tempo è un nodo ritornato sul tavolo del confronto tra le parti sociali. Anche questa mattina, davanti ai tornelli dello stabilimento di contrada Piana del Signore, una decina di operai edili si sono radunati a seguito del mancato rinnovo di contratti a termine, che per un certo periodo gli avevano garantito lavoro tra le fila della Medi group construction. Scaduta la durata del rapporto, non c’è stata possibilità di rinnovo. Si tratta in gran parte, anche in questo caso, di lavoratori con una lunga esperienza nell’indotto della multinazionale. Con sempre maggiore difficoltà questi operai riescono a ricollocarsi. Spesso le aziende dell’indotto ricercano personale esterno, con qualifiche che non sempre si trovano tra i lavoratori del bacino di disponibilità. “Si viene a configurare una guerra tra poveri – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Cosca – da tempo, le varie categorie stanno cercando di affrontare in maniera complessiva questa vicenda. Siamo in continuo contatto con la controparte datoriale e con Sicindustria. Chiaramente, le aziende hanno delle loro esigenze produttive e non si può comprimere il diritto al lavoro di chi è esterno al bacino di disponibilità. Però, una soluzione va individuata e attuata, per non lasciare indietro nessuno. Per i lavoratori del bacino di disponibilità sta diventando sempre più difficile trovare collocazione”.

Le sigle sindacali di categoria e confederali più volte in questi anni hanno spinto affinché gli investimenti di Eni si concretizzassero, così da avere uno spiraglio occupazionale maggiore. I cantieri del progetto “Argo-Cassiopea” sono una possibilità che però non deve rimanere isolata. Ricollocare i lavoratori del bacino non è affatto semplice e l’area di crisi complessa, successiva al protocollo di nove anni fa, non ha risolto una vertenza che si trascina da anni.

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