Gela. Ci sarebbero state delle presunte forzature, per arrivare alla nomina di direttore tecnico del Gruppo di azione costiera, attivato anche dal Comune per accedere ai fondi destinati al comparto marittimo e della pesca. L’accusa che i pm della procura muovono al dirigente comunale Antonino Collura è di abuso d’ufficio. Secondo le valutazioni investigative, cinque anni fa avrebbe indirizzato il bando per direttore tecnico del Gac. L’attenzione si è concentrata principalmente su uno dei punti di quel bando, che consentiva la partecipazione a chi avesse già coordinato altre azioni Gac. Il dirigente fino al marzo del 2016 fu direttore tecnico del Gruppo di azione costiera, carica poi cessata, così come per l’intero staff. Per i pm della procura, l’imputato avrebbe approfittato del suo ruolo per calibrare il successivo bando, tanto da essere risultato l’unico a rispondere all’avviso. Contestazioni che la difesa, sostenuta dall’avvocato Valentino Granvillano, aveva già respinto in fase di udienza preliminare. Il bando, secondo la linea del legale di Collura, fu predisposto dopo che il dirigente aveva già cessato il suo incarico come direttore tecnico. Nonostante fosse poi risultato l’unico a partecipare e idoneo a riottenere l’incarico, non ci fu mai una formalizzazione. Non venne nuovamente nominato direttore tecnico.
Anche la clausola che i pm ritengono sia stata predisposta per favorire Collura, dagli atti presentata dalla difesa era prevista anche in altri bandi per Gac siciliani. Non ci sarebbe stata, quindi, nessuna irregolarità, anche se toccherà al collegio penale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, valutare i fatti. Il dibattimento è stato aperto e i primi testimoni verranno sentiti ad aprile.