Gela. Bisognerà attendere giugno affinché possa entrare nel vivo l’udienza preliminare per i fatti che riguardarono la gestione dell’Ipab Aldisio. Questa mattina, il gup Francesca Pulvirenti ha accolto l’istanza di rinvio di uno dei difensori degli imputati, impegnato in udienza in assise. Lo scorso anno, l’avvio era slittato per difetti di notifica. L’indagine si concentrò intorno ai rapporti tra l’ex vertice della struttura, don Giovanni Tandurella, e i riferimenti societari de “La Fenice” che per un certo periodo portarono avanti un’attività privata ottenendo il pieno controllo di servizi e spazi. Un rapporto contrattuale che venne successivamente sciolto a seguito dell’intervento dell’allora commissario regionale Giuseppe Lucisano che dispose l’annullamento di tutti gli atti, ritenuti illegittimi. Per i pm della procura, ci sarebbero state irregolarità nel subentro dei privati e si ipotizza anche la corruzione. Rispetto alla posizione di don Tandurella, che fu sottoposto a misura al pari degli allora referenti de “La Fenice”, le verifiche si spinsero fino alle somme che avrebbe ottenuto come lasciti da famiglie di anziani ospiti e che sarebbero state dirottate per fini personali. Contestazioni che il sacerdote, difeso dal legale Giovanna Zappulla, respinse in fase di indagine. Sono davanti al gup pure l’ingegnere Renato Mauro (rappresentato dal legale Giacomo Ventura), alla testa della società privata, l’ex consigliere comunale e dirigente di Fratelli d’Italia Sandra Bennici (con il legale Flavio Sinatra) e l’attuale consigliere comunale meloniano Salvatore Scerra (difeso dagli avvocati Valentina Lo Porto e Ruggero Razza). A loro volta furono destinatari di misure, poi revocate nel corso dell’inchiesta. Dal gup ne rispondono ancora Matteo Vella, Francesca Mendola, Rosario Moscato, Andrea Bartoli, Maria Palumbo, Giovanni Tirrito, Anna Rita Tandurella, Benedetto Decaro, Giovanni Decaro, Denny Decaro e la stessa società “La Fenice”.
Non è stata ancora formalizzata la costituzione delle parti civili ma è probabile che possa pervenire durante la prossima udienza, attraverso i legali di persone che si ritengono danneggiate (tra i loro legali gli avvocati Liliana Bellardita ed Elio Lembati). In aula, davanti al gup, l’accusa è sostenuta dal pm Luigi Lo Valvo. In fase di indagine vennero effettuati sequestri. Oggi, l’Ipab è tornata pienamente nella gestione pubblica, attraverso un consiglio d’amministrazione. L’inchiesta non mancò di suscitare clamori politici, con l’amministrazione comunale e il sindaco Greco fermamente convinti che la casa di riposo dovesse riprendersi la funzione originaria di sostegno ai più in difficoltà. Tra i difensori, anche gli avvocati Filippo Spina e Francesco Incardona.