Gela. Due imprenditori alla sbarra, chiamati a rispondere del devastante incendio che, nel luglio di cinque anni fa: cancellò, quasi completamente, tre grandi capannoni nella zona industriale.
Così, a controbattere alle accuse formulate dai magistrati della procura sono Alfonso Scerra e Vincenzo Riccelli.
I due, stando alla linea tracciata dall’accusa, avrebbero organizzato l’azione che generò danni per milioni di euro. Le fiamme avvolsero i capannoni assegnati al gruppo Giardina e quello dell’azienda Microtec. In sostanza, nessuna delle strutture si salvò dalla violenza del fuoco. In aula, sono già stati sentiti gli investigatori che intervennero sul posto in quell’estate di cinque anni fa.
Ad essere acquisite, inoltre, sono state le dichiarazioni dei responsabili delle aziende che svolgevano la loro attività all’interno delle strutture devastate. Gli avvocati della difesa, invece, escludono il coinvolgimento degli imputati: mettendo in discussione anche l’esistenza di qualsiasi loro interesse nell’eventuale danneggiamento dei capannoni. Strutture, come ribadito in aula dai legali degli imprenditori: in quella periodo, praticamente inutilizzate.
Durante la fase delle indagini, fra le altre ipotesi, venne presa in considerazione quella di un possibile cortocircuito interno.