In diversi periodi niente acqua corrente in carcere, riconosciuto risarcimento a un detenuto

 
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Gela. Il periodo preso in esame è di un anno, dall’aprile dello scorso anno a quello del 2024. In questo lasso temporale, nel carcere di Caltanissetta, sono venute a mancare le condizioni idonee per i detenuti, a causa dell’assenza ripetuta di forniture idriche. E’ l’aspetto che ha indotto il giudice di sorveglianza nisseno a riconoscere un risarcimento economico in favore del cinquantatreenne gelese Gaetano Simone. Fu condannato a cinque anni e undici mesi di detenzione per i fatti dell’inchiesta antimafia “Stella cadente”, considerato vicino al gruppo ricostituito della stidda. Attraverso il proprio legale, l’avvocato Giovanna Cassarà, ha proposto reclamo rispetto proprio alle condizioni di detenzione nella struttura di Caltanissetta, al cui interno ha scontato una parte della pena nella sezione di “Alta sicurezza”. Il magistrato non ha riconosciuto le altre potenziali inefficienze, dato che nel reclamo si fa richiamo a “condizioni degradanti” pure rispetto alla situazione igienica e agli spazi assai limitati nelle celle.

E’ stato invece accertato che per un periodo di almeno centosessantacinque giorni, il detenuto non ha potuto fruire di acqua corrente in modo regolare, per adempiere a esigenze soprattutto di igiene personale. Con la decisione, gli è stato riconosciuto un risarcimento danni. Il reclamo era stato proposto sulla base della possibile violazione del disposto dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti dell’uomo.

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