"In aula pieno equilibrio", Giudice: "Verifica? Partiti chiariscano al loro interno, scelte spettano al sindaco"
Nel tempo, il rapporto istituzionale e politico tra il capo dell'amministrazione e il presidente dell'assemblea cittadina non è mai venuto meno e anzi appare sempre più solido
Gela. Dopo il varo del bilancio stabilmente riequilibrato, fulcro della programmazione amministrativa del sindaco Terenziano Di Stefano e della sua maggioranza, l'assise civica si troverà davanti un fine anno ancora piuttosto colmo di atti non di secondo piano, compresi quelli per il polo tecnologico “Sinapsi”. In settimana, l'opposizione è tornata a lamentare un certo atteggiamento della maggioranza, ritenuto non consono alle esigenze del dibattito pubblico. Il caso si è acceso sugli immobili abusivi e sulla dichiarazione di pubblica utilità, alla fine approvata dalla maggioranza. “Il ruolo dell'opposizione, lo dissi già al momento del mio insediamento, lo reputo essenziale nel processo democratico – dice il presidente del civico consesso Paola Giudice – è giusto che ogni consigliere, su qualsiasi atto, possa chiedere chiarimenti e dibattere. Penso che anche la seduta che prevedeva due atti per la dichiarazione di pubblica utilità di immobili abusivi sia stata equilibrata”. Giudice vede un consiglio comunale in grado di lavorare “in maniera proficua” e senza limitazioni del dibattito. “Lo spazio, come è giusto che sia e secondo le regole del consiglio comunale – aggiunge il presidente – ce l'hanno tutti, maggioranza e opposizione, senza alcuna distinzione. Fino a oggi, non mi pare che ci siano stati, da parte mia, segnali differenti. E' chiaro, al contempo, che le regole vanno rispettate da tutti”. Il presidente, se il lato della medaglia è quello politico, sa bene di essere un esponente di rilievo della maggioranza del primo cittadino, sotto le insegne del Movimento cinquestelle. I pentastellati sono sempre più convinti dalla linea assunta da Di Stefano, che all'indomani dell'approvazione del bilancio ha sottolineato che non c'è alcuna urgenza di cambiare in corso d'opera la composizione della sua giunta. Una verifica è pronto a farla ma quando verrà ufficialmente richiesta dalle segreterie dei partiti che lo sostengono. “In consiglio, sono quattro i gruppi della maggioranza del primo cittadino – spiega Giudice – credo che prima di tutto, se c'è necessità, ogni gruppo dovrà chiarire al proprio interno eventuali fibrillazioni, sempre che esistano. Poi, le questioni che emergono potranno essere portate al sindaco”. Per Giudice, la governance interna è piuttosto delineata. “Le scelte politiche spettano sempre al sindaco – conclude – la giunta è di sua esclusiva fiducia. E' giusto che sia lui a valutare eventuali cambiamenti oppure se sarà opportuno andare avanti senza mutare nulla”. Nel tempo, il rapporto istituzionale e politico tra il capo dell'amministrazione e il presidente dell'assemblea cittadina non è mai venuto meno e anzi appare sempre più solido.
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