Gela. La piattaforma integrata di Timpazzo è da tempo al centro delle attenzioni, regionali e non solo. Il sistema è tra i pochi che sull’isola ha effettiva capacità, senza un rischio imminente di saturazione. Sono diversi i progetti in essere e rimane sotto verifica pure l’iter dell’ampliamento, che porterebbe a due nuove vasche e ad una capacità stimata in circa due milioni di metri cubi. Tra gli step previsti, pure quello per l’efficientamento degli impianti. Oggi, si è tenuta una conferenza di servizi. Molto critica è la posizione espressa dalla Riserva Biviere, attraverso il direttore Emilio Giudice. Ha voluto far mettere a verbale quelle che ritiene siano delle chiare incongruenze. “E’ giusto far rilevare – spiega – che ancora una volta il piano di risanamento non viene preso in considerazione. L’Aia del 2013, inoltre, prevedeva prescrizioni che non ci risulta siano state attuate e non si può trascurare il fatto che già l’area di Timpazzo sia una zona ad alto rischio. C’è un’eccessiva concentrazione di impatti sul bacino del fiume Gela, in controtendenza a quello che invece dovrebbe essere l’obiettivo di tutela”. Sono tutti aspetti che secondo Giudice non possono essere trascurati, né nel caso degli interventi per gli impianti della piattaforma né rispetto al progetto di ampliamento. “Il piano di risanamento venne approvato per essere attuato, è vincolante – precisa – nasce per affrontare una situazione che era già di emergenza. All’emergenza non si può aggiungere altra emergenza. Timpazzo andava messa in sicurezza già dopo la saturazione della vasca C-D. Invece, si è proceduto con una nuova vasca e come se non bastasse è sotto valutazione il progetto di un ulteriore ampliamento. Questo sito, nel tempo, ha ricevuto più conferimenti di quelli previsti dalla sua originaria capacità. La vasca C-D è andata incontro a saturazione e lo stesso ritengo possa accadere per la vasca E, ben prima delle stime iniziali”. Giudice ha voluto che venisse messo tutto a verbale. Richiama inoltre la direttive Ue 60 del 2000 finalizzata “a ridurre in modo significativo l’inquinamento delle acque sotterranee e a proteggere le acque territoriali e marine”, soprattutto rispetto alla situazione del bacino del fiume Gela, intorno al quale si concentrano più impatti ambientali.
Il sito di Timpazzo e tutta la filiera della piattaforma integrata sono nella gestione della società in house Impianti Srr. “Rispettare il piano di risanamento e attuare le prescrizioni, non è facoltativo”, dice inoltre Giudice. Sono aspetti che ha voluto rimarcare affinché la commissione tecnico specialistica possa prenderne contezza nella disamina degli atti. La stessa commissione, mesi addietro, ha rilevato più criticità nel progetto di ampliamento della discarica, con le due nuove vasche. E’ stato indicato che sull’area di Timpazzo sussistono vincoli ambientali stringenti. “La politica purtroppo dimentica che quella di Timpazzo è una zona a forte rischio – conclude – se si dovesse andare avanti secondo queste modalità, sarà mia cura informare gli uffici competenti”.