Gela. Un ampio tratto del viadotto stradale Geremia II, lungo lo scorrimento veloce 626 Gela-Caltanissetta, crollò nel maggio di cinque anni fa. Adesso, di quei fatti e delle conseguenze prodotte ad una donna
che si trovava a transitare a bordo della sua vettura al momento del crollo sono chiamati a rispondere in tre.
Si è aperto il processo a carico di Luca Rizzi e Luca Manfredini, manager e direttore dei lavori per conto dell’azienda veneta che si occupò dei lavori di costruzione dell’infrastruttura viaria, e di Francesco Lombardo, un funzionario del gruppo Anas.
Sono accusati di aver provocato, a causa dei difetti di realizzazione, l’incidente che costò gravi ferite alla donna trovatasi a bordo della vettura sul tratto di strada diventato teatro dei fatti. La stessa vittima e il gruppo Anas hanno deciso di costituirsi parti civili.
Dubbi, invece, soprattutto da parte degli avvocati difensori, compreso il legale Giacomo Ventura, sono stati espressi sulla possibilità che a costituirsi parte civile sia l’associazione Aria Nuova. Non ci sarebbero i presupposti, stando alla difesa, dato che si tratta di un’associazione impegnata sui temi del rispetto ambientale.
Sarà, comunque, il giudice a dover stabilire l’ammissibilità della richiesta. Lo farà alla prossima udienza del 20 novembre. In sede di udienza preliminare, già altri responsabili del cantiere e del progetto sono stati giudicati. La pubblica accusa è sostenuta dal pm Elisa Calanducci.