Il "tarlo" della Ghelas dietro la pretesa di verifica, dem sempre più freddi verso Orlando

La dirigenza locale del Pd non è per nulla convinta di andare al muro contro muro con il sindaco Di Stefano e con gli alleati e non sembra affatto ammaliata dalla strategia della verifica, sbattendo i piedi, come quella attesa dal capogruppo Orlando

18 dicembre 2025 17:10
Il "tarlo" della Ghelas dietro la pretesa di verifica, dem sempre più freddi verso Orlando - Il gruppo consiliare del Pd
Il gruppo consiliare del Pd
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Gela. Un fine anno, quello che si sta stagliando su Palazzo di Città, che il sindaco Terenziano Di Stefano vuole ancora una volta concentrare su obiettivi amministrativi considerati essenziali: domani, in aula, arrivano gli atti del polo tecnologico “Sinapsi”. La governance politica non intende mutarla, almeno per ora. Lo ha detto più volte e la verifica, successiva all'approvazione del bilancio (che attende il vaglio ministeriale), non la considera un momento catartico della sua azione. Se uno dei partiti alleati, attraverso la segreteria, dovesse richiederla, allora si affronterà il punto, mettendo sul tavolo tutto, dall'alleanza attuale agli accordi definiti un anno fa in campagna elettorale. Negli ultimi giorni, i dem sono sotto la lente di ingrandimento. La fronda interna, concentrata nelle sfuriate del capogruppo consiliare Gaetano Orlando, non sembra riuscire a scalfire il resto del partito. La dirigenza, con in testa il segretario Giuseppe Arancio, dà precedenza ad altro. Ieri, i democratici erano in Regione per affrontare capitoli come quello del depuratore consortile e della rete fognaria di Manfria. Gli assessori Giuseppe Fava e Peppe Di Cristina non appaiono per nulla seguire la scia di Orlando, che però rivendica rappresentatività per il partito. Di fatto, più assessori e l'occhio cade, sovente, su Ghelas. La municipalizzata, da tempo, è oggetto di valutazione politica. Per molti, è proprio l'obiettivo del capogruppo del Pd che certamente non gradisce il management attuale, affidato a Guido Siragusa, a sua volta dem e già segretario cittadino del partito. La gestione di Siragusa, ormai dallo scorso anno, genera pretese di revisione e Orlando lo avrebbe fatto intendere in diverse occasioni, in presenza di alleati. Altri democratici e il sindaco mostrano fiducia nell'azione di rilancio aziendale, voluta dallo stesso Siragusa, in condivisione con l'amministrazione comunale. Giunta da rivedere in chiave Pd, seguendo apoditticamente l'esito elettorale, e una Ghelas con un amministratore che non sia Siragusa ma un vertice indicato magari dal gruppo dem e dal capogruppo: sembrano questi i passi fondanti della verifica che ancora una volta Orlando ritiene imprescindibile. La dirigenza locale del Pd non è per nulla convinta di andare al muro contro muro con il sindaco Di Stefano e con gli alleati e non sembra affatto ammaliata dalla strategia della verifica, sbattendo i piedi, come quella attesa dal capogruppo. Limitare tutto ai posti, nel governo e nel sottogoverno, svilisce non solo l'azione del partito ma pure il rapporto politico con il sindaco Di Stefano, che non intende alzare i toni ma certamente nota le assenze strategiche di Orlando e certi toni che si inaspriscono, nonostante le esigenze su obiettivi amministrativi raggiunti o da raggiungere, dal bilancio e fino al polo “Sinapsi”.

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