Il taglio dei contratti di secondo livello, la denuncia dei confederali: “Gli operai Eni verso la povertà”

 
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Gela. Non vogliono partecipare ad un possibile gioco al ribasso delle retribuzioni da versare agli operai dell’indotto Eni.

“I contratti di secondo livello non vanno tagliati”. Dopo i sindacati del settore metalmeccanico, anche i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro dicono no al taglio degli accordi di secondo livello nelle aziende dell’indotto. “Oramai – spiegano – nessun’azienda metalmeccanica si salva dal cerchio degli ammortizzatori sociali. Davanti al tentativo di tagliare gli accordi di secondo livello, riducendo i salari dei lavoratori, chiediamo l’intervento del prefetto di Caltanissetta”. Un tavolo di coordinamento per monitorare l’intera situazione in attesa di avere novità sulla vertenza Eni. Il caso è stato sollevato dagli operai della Sudelettra che hanno chiesto l’intervento dei sindacati del settore. La fase è veramente molto delicata soprattutto davanti all’assegnazione di nuovi contratti d’appalto in fabbrica. “Retribuzioni minori – aggiungono – significano consumi ancora più limitati da parte delle famiglie di centinaia di lavoratori”. La preoccupazione dei confederali, inoltre, non trascura neanche i cantieri edili che, soprattutto sul fronte della committenza pubblica, sono sempre più ridotti. Conclusi i lavori per il raddoppio della nuova Caltanissetta-Agrigento, tutto ritornerà in una fase decisamente calante. Per questo motivo, Giudice, Gallo e Mudaro chiedono un monitoraggio per individuare cantieri immediatamente attivabili.

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