Gela. Nuovo round di confronto, la prossima settimana, al Ministero dello sviluppo economico.
Una convocazione per martedì prossimo. Al centro della convocazione, appena ufficializzata alle parti interessate, c’è il protocollo d’intesa sugli investimenti di Eni, risalente oramai al novembre di due anni fa. Così, si cercherà di fare il punto della situazione anche davanti alla non assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale appena rilasciata dai funzionari del ministero dell’ambiente ai dirigenti di raffineria. Un passo che dovrebbe dare il via libera ai primi cantieri della green refinery. In realtà, fino ad ora, la situazione all’interno della fabbrica di contrada Piana del Signore è piuttosto difficile da interpretare. I cantieri, di certo, non sono ancora partiti e centinaia di operai dell’indotto si avvicinano alla mobilità. L’ultimo caso, solo in ordine di tempo, è quello dei 115 lavoratori di Smim destinatari di altrettanti provvedimenti di licenziamento. Così, al tavolo romano di martedì prossimo dovrebbero esserci non solo i vertici Eni ma anche l’amministrazione comunale e le sigle sindacali nazionali e confederali, oltre a quelle di categoria, a cominciare dai chimici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Da tempo, le parti della trattativa hanno scelto di fissare incontri periodici nel tentativo di accelerare verso l’eventuale partenza della green refinery Eni. Una soluzione che, comunque, difficilmente consentirà di riassorbire tutta la manodopera dell’indotto uscita dal ciclo produttivo di raffineria.