Gela. “Attendo che i lavori vengano completati, con tutti i rilievi batimetrici del caso”.
Il canale d’emergenza. Il comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia conferma l’avvio delle attività di tracciato del canale scavato dalla draga, fino a qualche settimana fa utilizzata al porto rifugio con l’obiettivo di allentare la presa dell’insabbiamento che ha reso del tutto inutilizzabile il sito portuale sul lungomare Federico II di Svevia. Il tracciato del canale servirà ad aprire una sorta di via di fuga, comunque fruibile dai mezzi e dalle imbarcazioni fino ad un certo pescaggio. “Bisogna verificare anche la profondità – dice ancora Carosia – solo con dati precisi potrò emettere un’ordinanza”. In questo modo, si conclude la prima fase di lavori che dovrebbero essere comunque molto più ampi. Non basta il canale d’emergenza per parlare di un porto rifugio fruibile e lo sanno bene gli operatori del settore, da anni critici rispetto al totale abbandono del sito. “Allo stato attuale – dicono gli esponenti del comitato pro porto – non dobbiamo ringraziare nessuna istituzione politica e nessun ente regionale. Ad oggi, non abbiamo ancora un porto fruibile. Servono i lavori complessivi previsti nel protocollo di un anno fa”. Solo allora, quindi, si potrà iniziare a pianificare.
I crocettiani esultano. Di certo, tra i sostenitori del presidente della Regione Rosario Crocetta l’aria che tira sembra piuttosto diversa. “Il canale è stato realizzato – dice il capogruppo del Megafono Sara Bonura – e di questo bisogna dare atto alla presidenza della Regione. Parliamo di un sito che era praticamene chiuso”. Da tempo, non mancano le polemiche soprattutto sull’asse Palazzo di Città-Regione. L’amministrazione comunale, in più occasioni, non ha accettato di buon grado interventi solo parziali decisi a Palermo, senza tenere in considerazione l’accordo dello scorso anno. “E’ un primo importante passo – dice il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta – adesso, però, non bisogna mollare la presa e servono i lavori complessivi, compresi quelli del braccio da modificare”. Procedure che lo staff di gabinetto del presidente Crocetta sta seguendo per il tramite del vicario Enrico Vella. Di certo, la vicenda non si è affatto conclusa, a cominciare da quanto accaduto con i lavori di scavo delle sabbie in un sito di interesse nazionale a causa dell’esposizione al rischio industriale.