Gela. Il piano appena presentato dai vertici Enimed non li convince per nulla e, men che meno, li convince la possibiolità, a regime, dell’assorbimento di trecento operatori della raffineria di contrada Piana del Signore.
Per questa ragione, i lavoratori Enimed e le rsu sindacali, a conclusione dell’assemblea odierna, si dicono pronti “a qualsiasi forma di lotta al fine di garantire il futuro occupazione dell’azienda, sia del diretto che dell’indotto”. Il dubbio è evidente, “non si capisce come mai, appena un anno fa – scrivono le rsu sindacali – Enimed ai tavoli sindacali e prefettizi ribadisse, nonostante la mole di lavoro straordinario prodotto, l’impossibilità di assumere altri operatori. Si rischiava, infatti, di compromettere i già precari equilibri economici e finanziari. Da domani, invece, sarebbe già disponibile ad assorbire cento maestranze dalla raffineria. Per fare cosa?”.
Sotto questo profilo, i lavoratori hanno dato mandato alle rsu sindacali di promuovere un incontro con le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Ugl del territorio. Ma la vertenza va oltre. E’ stata ribadita l’esigenza di ottenere un’audizione all’Assemblea regionale siciliana e di incontrare il governo Crocetta. Una delegazione, ancora, dovrebbe partecipare al tavolo ministeriale che ripartirà la prossima settimana, destinato a tracciare, almeno sulla carta, il prossimo futuro di Eni in città.
“Respingiamo – concludono i lavoratori – il tentativo di Eni di aumentare considerevolmente gli organici senza avere a supporto numeri e prospettive certe. Tutta l’attività prospettata è comunque vincolata ad autorizzazioni e permessi che non si ottengono dall’oggi al domani, compreso il ritorno del valore delle royalties siciliane sullo stesso livello di quelle versate in altre regioni italiane”.