“Il nuovo sindaco eviti la “Caporetto” dei beni culturali”, lettera aperta di Mulè ai quattro candidati

 
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Nuccio Mulé

Gela. Tra le priorità della nuova amministrazione comunale deve esserci il rilancio della politica culturale e la valorizzazione dell’enorme patrimonio locale. Ne è convinto Nuccio Mulè, da anni impegnato proprio in questo settore e nella riscoperta della storia cittadina. Per questo, a ventiquattro ore dall’apertura delle urne, lancia un appello a tutti i candidati a sindaco. “Parto da un dato di fatto, quello che le amministrazioni, deputate fino ad oggi al governo della città, che io sappia non hanno mai portato avanti un programma di rilancio dei beni culturali se non in semplici dichiarazioni volatilizzatesi subito dopo col vento dell’indifferenza post-elettorale; si ignora purtroppo che la loro fruizione, oltre ad una crescita culturale, può dare certamente ritorni economici ed occupazionali importanti così come avviene per molte città del nostro belpaese – scrive – abbiamo assistito nella più totale impassibilità, quella soprattutto dei politici, alla cancellazione di Gela dagli itinerari turistici isolani; non solo, gli stessi beni culturali, spesso sono diventati oggetto di incuria tale che addirittura il loro numero nei decenni passati si è ridotto della metà con un danno irreparabile al patrimonio storico e culturale di Gela. L’amministrazione comunale doveva diventare un punto di riferimento per la loro tutela ed il loro recupero, invece, a volte, si è trasformata in un mezzo legale per la loro distruzione e l’esempio più eclatante dei tanti disastri è stata la sparizione dei basolati dalle strade e dai vicoli che ha fatto perdere alla città una rara e insostituibile caratteristica architettonica. E che dire dell’archeologia, punta di diamante per il rilancio del turismo, che è stata oggetto di completo disinteresse da parte delle istituzioni, Soprintendenza e Regione in primis, peraltro senza che mai il nostro Comune prendesse un’iniziativa di valorizzazione. Così lo sfascio archeologico e monumentale, una “Caporetto” vera e propria, di Gela è arrivato oggi alla completezza anche per la recente scelta delle istituzioni, Regione e Soprintendenza di Caltanissetta in primis, di ricoprire la necropoli di via Genova e quelle di altri siti”.

Un lungo elenco di beni potenzialmente produttivi per l’intero territorio ma mai veramente valorizzati. “Vorrei ricordare che Gela possiede uno dei più vasti e più importanti giacimenti culturali del Mediterraneo, giacimenti il cui sfruttamento può diventare lo strumento di riscatto sociale, economico, culturale e civile dei gelesi. I beni culturali nostrani spaziano in un intervallo abbondante di tempo che va da diversi millenni prima della nascita di Cristo fino a questo secolo. Necropoli e villaggi preistorici, insediamenti greci fin dal periodo arcaico, vestigia medievali, e così via – scrive ancora – per non parlare poi dei reperti che si trovano nel nostro museo dove esiste, tra l’altro, uno dei più belli e più cospicui patrimoni di ceramica attica, tra essi i 600 e più pezzi della collezione Navarra, la rarissima collezione di più di mille monete antiche e i recenti ritrovamenti sui fondali del mare di Bulala di cui i preziosi e rarissimi oricalchi rappresentano un esempio unico al mondo. Per non scrivere poi del relitto della nave greca arcaica del 6°-5° sec. a.C., la cui fruizione potrebbe diventare da sola un fattore strategico per il rilancio del turismo archeologico. E’ incredibile come ancora si possa accettare il fatto di vedere i legni del relitto restaurato ancora chiusi nelle casse nella speranza di trovare una sede adeguata per la fruizione. Sono stato sempre dell’idea che i beni culturali rappresentano lo strumento per l’elevazione sociale e culturale di una popolazione che attraverso essi si ricollega al retaggio delle precedenti generazioni, ai loro valori alle loro esperienze plurisecolari per poi trasmetterle alle future generazioni. E’ mia convinzione (non posso pensare diversamente pena un annichilimento della speranza), infine, che il nuovo sistema di governo che di qui a poco tempo andrà a reggere le sorti della città, possa veramente cambiare le regole del gioco e recuperare un ruolo importante per il rilancio dell’economia e dell’occupazione ed il recupero di antichi e immutabili valori. Spero veramente che il nuovo sindaco, eletto a suffragio popolare, possa inquadrare nella giusta risoluzione tutta la tematica dei beni culturali di Gela. Mulè chiude il suo appello con una citazione di Salvatore Aldisio, “Iddio illumini le nuove vie segnate alla città: coloro che sapranno percorrerle con passo deciso e con l’animo sgombro da ogni meschino egoismo, la porteranno verso l’adempimento della giustizia sociale, che è nella legge di Dio e nell’ansia degli uomini”.

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