Il futuro della Ghelas, assemblea con la giunta: sindaco e vice escludono la cessione ai privati

 
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Confronto in municipio tra amministrazione comunale, sindacati e lavoratori

Gela. La Ghelas multiservizi, la municipalizzata controllata per intero dal Comune, per ora non apre ai privati. L’hanno detto il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano, durante il confronto voluto da sindacati e lavoratori. I dipendenti temono per il futuro più immediato. L’azienda rischia di doversi indebitare per coprire le somme ancora da accantonare per il trattamento di fine rapporto di tutti i lavoratori. A pesare sono anche gli interessi maturati. Al vertice, non c’erano i manager della società. I sindacati, con in testa Ugl e Cgil, spingono per avere soluzioni concrete. L’amministrazione comunale mira ad ottenere il via libera al nuovo statuto, entro fine luglio. Sarebbe un primo passo. Andrea Alario e Gianmatteo D’Arma (Ugl), Nuccio Corallo ed Emanuele Scicolone (Cgil), da tempo chiedono che il management della Ghelas e l’amministrazione comunale illustrino un piano univoco per il futuro dell’azienda.

Sindaco e vice hanno deciso di esternalizzare il servizio di illuminazione pubblica, che dovrebbe essere uno degli asset strategici del rilancio della municipalizzata. Piani che divergono, mentre i sindacati attenderanno fine luglio, prima di valutare le prossime mosse. Le casse della multiservizi, da anni ormai, sono in sofferenza, anche a causa del credito vantato proprio nei confronti del Comune, che deve ancora saldare diverse spettanze.

1 commento

  1. La Ghelas è vero che è gia fallita di suo, ma le amministrazioni passate compresa l’attuale, non hanno saputo e non sanno dare nessuna linea guida valida, per provare a trovare una soluzione a questo problema. Se il comune non da i servizi alla Ghelas, come può gestire i suoi dipendenti senza lavoro? In questo contesto chi potrebbe essere quel matto che rileverebbe la Ghelas? La mia personale idea è la seguente: modificare lo statuto ed aggiungerci altri servizi. Il tutto costerebbe molto di meno. Ma attenzione! Qualche fannullone andrebbe cacciato, per il fatto che il lavoro vuol dire crescita sociale, ma non è assistenza sociale.

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