Gela. Ad eccezione di Romina Morselli, presente al primo appello, il Partito Democratico ha disertato l’aula consiliare, non rispondendo alla chiamata del Venerdì santo, arrivata dalla giunta che voleva chiudere il cerchio, con l’approvazione del piano economico finanziario sui rifiuti. Addirittura, non c’era neanche il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. I dem, da tempo, hanno manifestato la loro contrarietà non solo al pef ma anche ad eventuali aumenti delle tariffe Tari. “In municipio la situazione è molto grave – dice il segretario cittadino dei democratici Peppe Di Cristina – c’è una spaccatura netta tra l’amministrazione comunale e il consiglio. Avere solo sei consiglieri alla seconda chiamata è segno dell’isolamento totale del sindaco. Non ha nessuna maggioranza. Ne deve per forza prendere atto. La città è in stallo. Messinese ha due possibilità, risolvere l’impasse oppure dimettersi. Il piano economico finanziario non viene approvato da ormai tre anni. Mi pare che il messaggio sia piuttosto chiaro”. Questo è il primo blocco di testo
Niente giunta per i dem. Non sarà però il Partito Democratico a risolvere le grane della giunta. “A noi non interessa entrare in giunta – dice ancora Di Cristina – siamo opposizione. Il sindaco, senza maggioranza, non fa nulla per condividere gli atti fondamentali e va incontro a figure come quella di soli sei consiglieri in aula per il voto su un provvedimento strategico. Se nessuno si presenta, un motivo ci sarà. Prima di tutto, dovrebbe capire che sugli atti fondamentali serve il coinvolgimento delle forze politiche”. Nonostante i numeri in rosso, il sindaco e il suo vice Simone Siciliano non sembrano affatto intenzionati a lasciare, anzi. Il consiglio comunale, però, ha fallito in due diverse occasioni, facendo naufragare altrettante mozioni di sfiducia. “Noi eravamo pronti a votarla lo scorso dicembre – conclude Di Cristina – a questo punto, però, anche i consiglieri comunali potrebbero assumere decisioni importanti”.