Gela. Il ricorso presentato dal Comune risale ad undici anni fa. Adesso, è arrivata la decisione del tribunale amministrativo di Palermo. Il Comune contestava i vincoli nelle aree protette. I vincoli Sic e Zps che sono stati apposti ad un’ampia fetta del perimetro locale sono legittimi. Non passano, così, le contestazioni mosse dai legali dell’ente comunale che avevano impugnato decreti e atti sia ministeriali che regionali, tutti incentrati sul riconoscimento del Sito d’interesse comunitario “Torre di Manfria” e della Zona a protezione speciale “Biviere Macconi”. Non ci sarebbe stato, infatti, il coinvolgimento proprio dell’ente comunale nei procedimenti amministrativi che hanno condotto al riconoscimento delle aree vincolate “Torre di Manfria” e “Biviere Macconi”. Tra gli atti impugnati dai legali del Comune, c’è soprattutto il decreto del febbraio 2005 firmato dai tecnici dell’assessorato regionale territorio e ambiente relativo all’elenco dei “siti d’importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale ricadenti nel territorio della Regione”. Per i giudici amministrativi palermitani, però, tutte le procedure che hanno condotto al riconoscimento dei vincoli Sic e Zps nelle aree locali sono assolutamente conformi alle direttive comunitarie in materia. “Ritiene il collegio che la disciplina regolamentare nazionale (di recepimento di direttive comunitarie) – scrivono i giudici – per l’individuazione e perimetrazione delle zone a rilevanza comunitaria Sic e Zps non contempla, al di fuori dei casi appena sopra indicati, una espressa partecipazione degli enti locali che la differente normativa nazionale prevede espressamente (ed unicamente) solo per l’istituzione delle Aree naturali protette”.
“La necessità di garantire una maggiore tutela agli ambienti…”. Stando ai giudici, infatti, se la regione non si fosse adeguata all’elenco dei siti protetti stilato a livello comunitario, sarebbe andata incontro a procedure d’infrazione. “Non sono riscontrabili in specie i censurati profili di illegittimità contestati dal Comune di Gela, – concludono i giudici del Tar -considerato che l’estensione e le modifiche alle già individuate Sic e Zps risultano coerenti con la necessità di garantire una maggiore tutela agli ambienti e favorire anche l’avvio di un percorso di recupero dei luoghi: sicché, come sottolineato dall’Avvocatura erariale, non rileva la circostanza che nel territorio sono presenti attività antropiche ed alto impatto visivo ed ambientale, siccome le stesse coesistono con ambiti di indubbio valore ambientale e storico”.