Gela. Erano stati presentati come progetti cruciali per il rilancio economico della città, partendo dai soldi messi a disposizione dalla Regione, ma anche da Eni. Degli iter dei lavori finanziati con i fondi del Patto per la Sicilia, delle compensazioni Eni e di quelle minerarie, non si sa più nulla. Uno stato di fatto che viene denunciato dall’indipendente Angela Di Modica. Il consigliere comunale, che da poco ha lasciato la presidenza della commissione bilancio, chiederà spiegazioni in aula direttamente al sindaco e agli assessori competenti. L’obiettivo è acquisire informazioni proprio sulle procedure avviate, di modo da non vanificare i finanziamenti del Patto per la Sicilia, ma anche quelli che riguardano le compensazioni minerarie, i soldi di Eni successivi al protocollo di intesa di quattro anni fa e quelli dell’Agenda Urbana.
Nel corso delle audizioni tenutesi negli scorsi mesi in commissione bilancio, era emerso il rischio di uno stop delle procedure, causato dell’eccessiva mole di lavoro imposta ai rup comunali. “Le ultime informazioni risalgono al novembre dello scorso anno – si legge in un passo dell’interrogazione – frutto di una riunione condivisa delle commissioni bilancio e sviluppo economico per riprendere quanto si era promesso in merito ai progetti che nel mese di ottobre 2017 potevano essere pronti per la presentazione alla Regione, al fine di ottenere i finanziamenti previsti nel Patto per il Sud. Il funzionario ai lavori pubblici confermò, “ad oggi le opere con decreto di finanziamento sono sei. Per il 2017 è stato finanziato il venti per cento, la restante parte pari all’ottanta per cento, lo sarà nel 2018 e seguenti”. Adesso, però, Di Modica chiede dati precisi e vuol capire se l’amministrazione comunale abbia partecipato ai bandi del fondo di rotazione, previsto sempre dalla Regione, per poter finanziare la progettazione degli interventi in cantiere. Con le casse dell’ente che soffrono e i richiami continui che arrivano dalla Corte dei Conti, perdere il treno dei finanziamenti sarebbe una resa senza troppe scusanti.
“..rischio di uno stop delle procedure, causato dell’eccessiva mole di lavoro imposta ai rup comunali…”
Ma da che cosa saranno mai oberati questi “rup” dell’ente Comune, quando un intero paese è praticamente abbandonato a sé stesso?
Di certo in quelle aule tutto mancherà tranne il senso dell’umorismo!