Gela. Ha trovato duecento milioni del vecchio conio in banconote di diverso taglio. Erano nascoste nella cantina della prozia che non sapeva di possederle. Quel tesoro rischia di essere diventato nel tempo solo cartastraccia. Infatti, per il cambio delle lire in euro è stato stabilito un termine decennale: dal 2002 al 2012. A rivendicare il controvalore in denaro è Francesco Davide Gambino, che si occupa unitamente agli altri nipoti della prozia di 86 anni. Una sentenza di tribunale potrebbe rappresentare per loro l’unica ancora di salvezza per incassare la consistente somma, probabile frutto di tanti anni di risparmio del loro prozio.
Il rinvenimento è avvenuto la scorsa settimana. A detta dell’uomo, il “tesoro” è rimasto lontano dagli occhi indiscreti nella cantina della parente ultraottantenne. Le banconote da dieci, cinquanta e centomila lire, sarebbero rimaste custodite sotto un mattone della cantina per oltre un decennio. Alla vista del denaro l’uomo non ha esitato a contarle, quantificandone il valore. La somma complessiva ammonta a quasi 200 milioni delle vecchie lire. Per il cambio con l’attuale valuta gli eredi potrebbero decidere di adire alle vie legali. Infatti, come sostiene ampiamente la Giurisprudenza “qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto”, quindi i dieci anni dovranno decorrere dalla scorsa settimana. Giorno del ritrovamento delle somme in lire. Qualche tempo fa era stato il giudice, Guido Vannicelli, del tribunale di Milano, ad intervenire in un caso analogo riuscendo a sollevare l’illegittimità costituzionale del decreto Monti (art. 26 D.L. 121 del 6.12.2011) che aveva sancito l’immediata decadenza del cambio della lira in euro. Così i “nipoti” si sono rivolti all’ufficio legale al fine di ottenere il cambio delle lire in euro tramite l’istituto della mediazione bancaria.