Gela. I fanghi accumulati nelle dighe locali utilizzati come sostanze per alimentare i campi? I fanghi depositati nelle dighe. E’ questo il progetto che sembra interessare l’amministrazione comunale, imbeccata da tecnici e operatori del settore. Insomma, dato che la gran parte delle dighe del comprensorio risente di evidenti problemi non solo strutturali ma anche di approvvigionamento, si mira a sfruttare i fanghi che si accumulano nei fondali. “E’ un progetto proposto dai tecnici del settore – spiega il presidente dell’Ordine provinciale degli agronomi Piero Lo Nigro – che sembra comunque interessare l’amministrazione comunale. Mi è stata chiesta una valutazione e credo che, qualora i campionamenti sulla qualità dei fanghi diano esito favorevole, sarebbe un passo importante per garantire strati capaci di alimentare ulteriormente terreni e campi”.
L’acqua del Ragoleto e i malumori degli agricoltori. Tra le idee progettuali sul tavolo, però, non c’è solo quella del recupero dei fanghi da scavo ma si punta, come più volte confermato, alla realizzazione di un sistema capace di lavorare le acque reflue e riutilizzarle. “In realtà – spiega l’assessore Simone Siciliano – stiamo cercando di valutare anche l’utilizzo di quella parte delle acque del Ragoleto che non vanno più a finire nel ciclo produttivo di raffineria. Abbiamo già affrontato il tema sui tavoli regionali”. Nonostante le intenzioni, però, molti agricoltori continuano a lamentare l’abbandono delle aree rurali e il fermo della gran parte delle infrastrutture esistenti, a cominciare proprio dalle dighe.