Gela. Da giorni, anche dopo l’ufficializzazione della giunta ter, c’è chi lavora
nel tentativo di ricucire i rapporti tra la compagine del sindaco Domenico Messinese e il consiglio comunale.
Quelli di Musumeci trattano? Impresa certamente non semplice, dato che la spaccatura politica ha portato alla mozione di sfiducia e, salvo sorprese, ma di quelle grosse, l’atto verrà discusso, venerdì mattina, all’assise civica. Sulla carta, già sabato, la giunta ter dovrebbe essere solo un ricordo, ma ci si proverà fino alla fine ad evitare il “peggio”. I partiti, che si sono esposti come mai in precedenza, hanno dato l’ordine di sfiduciare un sindaco che, per l’ennesima volta, ha prima chiesto aiuto alla politica, per poi affidarsi alle scelte del suo braccio destro, il vicesindaco Simone Siciliano. Tanto dipenderà da chi la mozione di sfiducia l’ha materialmente firmata, quindi dai consiglieri comunali del blocco di centrodestra e dagli indipendenti Vincenzo Cirignotta e Angela Di Modica. A parole, nessun tentennamento. Tutti dovrebbero sostenere la mozione che hanno firmato. Ma se cambiasse qualcosa? Se il sindaco decidesse di ritoccare ulteriormente la sua giunta, magari riducendo il peso del vicesindaco, che in mano continua ad avere praticamente tutti i dossier che “scottano”? In quel caso, i conti si dovrebbero rifare. Nelle ultime ore, tra i corridoi del municipio, è rispuntata l’ipotesi di pezzi del centrodestra pronti a firmare la “pace” con Messinese. Gli elementi raccolti portano al gruppo di Nello Musumeci.
Quelli di DiventeràBellissima, però, non ci tengono a passare per traditori della patria, perlomeno la “patria” di centrodestra. “E’ assurdo, sono voci infondate – dice il capogruppo Vincenzo Cascino – noi non trattiamo proprio con nessuno, tantomeno con il sindaco e con il suo vice. Abbiamo firmato la mozione di sfiducia e in aula voteremo di conseguenza. Non ci saranno né ripensamenti né assenze strategiche”. Insomma, dal gruppo di Musumeci arrivano secche smentite. Non faranno passi indietro, anche se non hanno esultato di gioia dopo l’accelerata imposta dal presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia, che ha subito fissato la seduta di discussione della sfiducia. Probabilmente, si puntava sul ritorno in aula nel periodo post-festivo e Giovanni Panebianco sembra intenzionato a chiedere lumi sulla legittimità della scelta, soprattutto rispetto ai termini previsti dalla normativa in materia, probabilmente anche per non dare appigli alle controdeduzioni del sindaco, previste qualora la sfiducia venisse approvata in aula.
Se Siciliano… Una cosa è certa, Messinese potrebbe giocarsi la carta di rivedere il ruolo del suo vicesindaco, inviso praticamente all’intero arco politico rappresentato all’assise civica. Molti lo interpreterebbero come una sorta di via libera e tanti punti tornerebbero sul tavolo della trattativa. Il sindaco, dopo aver sudato non sette ma otto camice, si è portato a casa il bilancio di previsione 2017, che quasi a fine dicembre ha ben poco da prevedere. Allo stesso tempo, la presenza di tutti i suoi “nuovi” assessori, ieri sera convocati in aula per le presentazioni ufficiali, non ha certo scaldato i cuori del consiglio.
A Messinese e al suo vicesindaco nessuno risparmia il fardello rifiuti, una vicenda che si trascina tra debiti fuori bilancio, tariffe Tari ferme da quasi quattro anni e rapporti con l’azienda campana Tekra, spesso al centro di polemiche e veleni. Difficile che Messinese si privi del suo braccio destro o lo ridimensioni, rispondendo ad eventuali richieste dei partiti. Tra secche smentite e tentativi di comprendere il da farsi, ammiccamenti solo abbozzati e telefonate si susseguono. Quelli della giunta ter vorrebbero rimanere lì dove sono appena arrivati e, in fondo, anche molti consiglieri comunali non disdegnerebbero altri due anni d’aula.