Quotidiano di Gela

"Hydra", il "consorzio di mafie" in Lombardia: udienza preliminare anche per quattro gelesi

Per i pm della Dda meneghina, era stato costituito un vero e proprio consorzio di mafie, con un'alleanza tra Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra

A cura di Rosario Cauchi
25 aprile 2025 21:00
"Hydra", il "consorzio di mafie" in Lombardia: udienza preliminare anche per quattro gelesi -
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Milano. Sono centoquarantatrè gli imputati che dal prossimo 20 maggio dovranno rispondere alle pesanti accuse davanti al gup del tribunale di Milano. Sono stati tutti coinvolti nella maxi inchiesta antimafia “Hydra”. Per i pm della Dda meneghina, un vero e proprio consorzio di mafie, con un'alleanza tra Cosa nostra, 'ndrangheta e camorra, riusciva a controllare un vasto tessuto economico nell'area dell'hinterland lombardo, attraverso imprese di fiducia e imponendo estorsioni e pressioni criminali. Tra gli imputati, ci sono i gelesi Dario Nicastro, Fabio Nicastro, Francesco Nicastro e Rosario Bonvissuto, difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Silvia Consonni, Francesca Cramis ed Emanuela Berardi. Per gli inquirenti, Dario Nicastro e Fabio Nicastro, tra le altre contestazioni, avrebbero tenuto i contatti con gli altri esponenti del presunto consorzio di mafie, partecipando ad almeno due summit, risalenti a quattro anni fa. Uno si tenne in un terreno agricolo di Castano Primio, nel milanese, e l'altro a Dairago, nella stessa zona. Stando alla ricostruzione investigativa, Dario Nicastro fu presente ad entrambi mentre Fabio Nicastro solo al primo. Inoltre, i quattro gelesi, che risiedono in Lombardia, avrebbero ottenuto il controllo di un'attività commerciale, in provincia di Varese, attraverso prestanome. Sarebbero responsabili dell'aggressione e delle minacce a un esercente. L'attività investigativa è stata molto complessa così come la fase successiva. Per Dario Nicastro, la Cassazione annullò la decisione del riesame. Adesso, i gelesi e gli altri coinvolti, compresi presunti vertici di mafia, come il trapanese Paolo Aurelio Errante Parrino e i palermitani Giuseppe Fidanzati e Stefano Fidanzati, dovranno affrontare le contestazioni davanti al gup del tribunale di Milano, Emanuele Mancini.

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