“H24 store”, inchiesta sulla disponibilità di un’arma: riesame non accoglie i ricorsi

 
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Gela. Proseguono le indagini che hanno dato vita al blitz ribattezzato “H24 store”, condotto dai poliziotti coordinati dai pm della procura. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta non hanno accolto i ricorsi avanzati dai difensori dei cinque indagati, accusati di aver avuto la disponibilità di un’arma da guerra, una mitraglietta, a oggi non ritrovata. Per gli inquirenti, l’iniziativa di acquistarla, probabilmente in una sorta di mercato parallelo a quello legale, sarebbe da collegare al trentanovenne Giuseppe Di Noto, che ha la posizione sicuramente più pesante. È assistito dal legale Rosario Prudenti, che al riesame ha cercato di avere l’assenso per una misura diversa dalla detenzione in carcere. Intorno a Di Noto, inoltre, pare si dipani pure il secondo filone investigativo, ancora più ampio, concentrato in primis su un vasto giro di droga. Lo spaccio sarebbe andato avanti per mesi, anche con clienti insospettabili. La detenzione in carcere, nella vicenda della mitraglietta, è stata disposta pure per il presunto armiere, Massimo Curva’ (rappresentato dal legale Carmelo Tuccio), e per Carmelo Ascia (difeso dall’avvocato Marco Granvillano). Sono ai domiciliari, infine, Rocco Azzolina e Tiziano Iraci (con il legale Flavio Sinatra). La procura è certa che l’arma venne acquistata per eventualmente difendersi da un gruppo rivale, a maggior ragione al culmine di una rissa scoppiata in un locale notturno del ragusano.

In queste settimane, si è proceduto, davanti al gip del tribunale, agli interrogatori per i coinvolti nella seconda costola dell’attività investigativa. Sono stati ricostruiti diversi spaccati che toccano lo spaccio di droga e i furti. Saranno gli investigatori a procedere con l’esecuzione dell’ulteriore ordinanza, sulla base della nuova normativa.

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