Se il mondo è stato creato in sei giorni una collezione di abiti può tranquillamente essere creata in cinque: specialmente se si tratta di un colosso come Gucci, che può subornare sarte, artigiani calzolai, e in caso di necessità anche i topolini di Cenerentola e farli lavorare nottetempo.
Non c’era un’opzione ideale, per questa sfilata: o si facevano sfilare gli abiti di Frida Giannini senza di lei, già uscita dalla maison, e con chissà quale styling, o si faceva una collezione «à la sauvette» in cinque giorni. Gucci ha scelto la seconda opzione, rottamando la collezione dell’ex direttore creativo e mostrando a buyer e giornalisti il lavoro dell’ufficio stile, con uscita collettiva finale, allegra e emozionata.
Come sempre, è ragionevole pensare che il cliente tipo non abbia la struttura efebica del modello taglia 44 con vitino femminile alla Hedi Slimane dei tempi più estremi di Dior Homme; fa comunque piacere vedere come Alessandro Michele — lo stilista responsabile del lavoro di ieri che potrebbe, si dice, prendere stabilmente il posto di direttore creativo — abbia fatto delle scelte precise. Al di là della trovata del «en travesti» (e in fondo è da decenni che le donne attingono dagli armadi di mariti e fidanzati, a meno che la loro differenza di taglie sia eccessiva: più difficile il contrario) sarà interessante vedere la sua sfilata della donna tra poco più di un mese (a meno che nel frattempo non ci siano altri cambiamenti nell’organigramma della casa fiorentina). E faceva tenerezza vedere il sorriso e l’emozione di Michele, sulla passerella, e quel coprirsi il volto con le mani.
PS Un’azienda che non vuole alimentare ulteriormente il gioco di società mediatico e sui social, quello dei pronostici sul «totodirettore» — che era già aperto quando Frida Giannini era ancora in carica, per mesi, una cosa che non ha aiutato nessuno — dovrebbe evitare, con tutta la bella musica che c’è in giro, di far sfilare i modelli e le modelle al ritmo della colonna sonora di «A Single Man», film diretto da Tom Ford, predecessore di Giannini e uno dei tanti candidati mediatici alla sua successione.