Giunta da rivedere, si spinge per la verifica immediata: lombardiani sempre più in bilico
La giunta del sindaco Di Stefano dovrà passare da una nuova fase di revisione, indipendentemente da ciò che sarà sancito dal voto per il Libero Consorzio

Gela.Un primo esito, in attesa di quello delle provinciali di secondo livello previsto per domattina, pare ormai politicamente appurato. La giunta del sindaco Di Stefano dovrà passare da una nuova fase di revisione, indipendentemente da ciò che sarà sancito dal voto per il Libero Consorzio. L'ultimo, in ordine di tempo, ha portato in municipio l'assessore Romina Morselli, in quota M5s e già componente dell'amministrazione Greco, sostenitrice della coalizione che vinse lo scorso anno le elezioni gelesi. Ancora prima, c'erano stati gli ingressi dell'attuale vicesindaco Fava e di Di Cristina, membro della direzione nazionale del Pd e assessore con deleghe, tra le altre materie, allo sport, alla cultura e al tema delicato del porto rifugio. Le elezioni di secondo livello hanno sancito il gelo assoluto tra gli alleati nel “modello Gela” del sindaco Di Stefano e gli autonomisti dell'Mpa, che si rivedono in “Grande Sicilia”. I lombardiani, a loro volta nella giunta comunale, rappresentati dall'assessore Valeria Caci, non stanno assicurando il supporto che l'alleanza si attendeva. I riferimenti territoriali e regionali hanno confermato il sostegno alla candidatura del forzista Tesauro, sindaco di Caltanissetta. Non ci sono stati altri spiragli nonostante Di Stefano abbia cercato di ricucire, anche attraverso i suoi riferimenti. Proprio negli ambienti della maggioranza, c'è chi insiste affinché dalla prossima settimana si valuti con molta attenzione il prosieguo amministrativo e politico. La posizione dell'Mpa è in bilico. Il sindaco, del resto, non si è trincerato in questi giorni e anzi ha spiegato che gli autonomisti si sono messi fuori dal progetto per la Provincia, decidendo di stare in un'altra coalizione, quella appunto di Tesauro e Forza Italia. Difficilmente, gli alleati del sindaco potranno accettare una sorta di transeat concesso ai lombardiani, che peraltro sono nel governo regionale di centrodestra del presidente Schifani, sicuramente non la prospettiva alla quale guardano i supporter, politici e istituzionali, di Di Stefano. Il sindaco, per queste provinciali anomale, aperte al solo voto di sindaci e consiglieri comunali, ha ottenuto l'appoggio di un frontre civico piuttosto eterogeneo e di entità di centrosinistra, attualmente all'opposizione del suo “modello Gela”, Italia Viva e il laboratorio politico “PeR”. Le mosse dei lombardiani hanno irritato i compagni di viaggio presenti nella giunta municipale. Bisognerà quindi passare in rassegna i colori attualmente rappresentati nel governo locale. Donegani, confermando l'appoggio di “PeR” al “modello Provincia”, ha riferito che un progetto per la città, condiviso, potrà maturare solo in assenza di Mpa, Sud chiama nord (che però sostiene il progetto per la Provincia e in giunta ha l'assessore Franzone) e Azione (nel governo cittadino con l'assessore Di Dio e in Provincia senza una vera e propria rappresentanza). Altrettanto netto è stato il capogruppo consiliare del Pd Gaetano Orlando, oggi presente con gli altri dem per votare Di Stefano e il consigliere del partito Cuvato. Ieri ha detto che “nella giunta non possono stare quelle forze che votano per il centrodestra”.