Giudice alla manifestazione nazionale Cgil, "troppi morti sul lavoro e non cambia mai nulla"
C'era un'ampia delegazione della Cgil provinciale
Palermo. La Cgil ha partecipato in massa alla manifestazione nazionale in occasione del Primo maggio, quest'anno tenuta a Casteldaccia, in provincia di Palermo. Il segretario organizzativo della Cgil Sicilia Ignazio Giudice, nel suo intervento, ha indicato numeri da assoluta emergenza, soffermandosi sulle troppe morti sul lavoro. "I numeri hanno la testa dura e diventano più incisivi di ogni parola che va comunque detta. Negli ultimi sei anni in Italia sono morti, per infortunio sul lavoro, 6.064 lavoratori. Se per un attimo pensiamo alla densità demografica della Sicilia che somma 391 Comuni e, di questi, 202 sono al di sotto dei 5.000 abitanti, ci rendiamo conto della strage consumata. Una tragedia inenarrabile per chi muore e per chi resta, dai familiari ai colleghi. Cosa è cambiato negli anni? Nulla. La Sicilia è condannata alla marginalità e, anche in questo caso, sono i numeri a raccontarci le negligenze istituzionali del governo Schifani e del governo Meloni. Quarantanove ispettori del lavoro in organico alla Regione, in fase di esaurimento per pensionamento, altri cinquantanove a tempo indeterminato mandati dall'Ispettorato nazionale del lavoro, fino a dicembre 2025.
Le imprese iscritte alle Camere di commercio siciliane sono 401.000 il che significa che il rapporto è di un'impresa ispezionata ogni vent'anni, verrebbe da dire che lo Stato concede di diventare maggiorenni per presentarsi e questa è una questione che attraversa anche le imprese oneste che esistono e faticano a stare nel mercato perché subiscono oltre alla pressione mafiosa anche l'indisturbata concorrenza sleale.
Il fabbisogno è pari a 256 ispettori. Per noi, questo Primo maggio a Casteldaccia, è vitale per essere coerenti e rivendicare coerenza e verità da Schifani e Meloni e dobbiamo farlo unitariamente come ci chiedono tutte le piazze del Paese. Dobbiamo ricordare la strage dello scorso anno e quindi Epifanio Alsazia, Ignazio Giordano, Roberto Raneri, Giuseppe La Barbera e Giuseppe Miraglia, età media 45 anni. A loro è dedicato il nostro impegno, per loro il presidente Mattarella qualche ora fa ha evidenziato il dramma della precarietà che si consuma anche attraverso i salari troppo bassi, l'intollerabile indifferenza per le morti sul lavoro, lo scandalo del caporalato e il trattamento ingiusto agli immigrati. In ultimo e non per ultimo, vanno rivisti i tempi del processo per ottenere la verità sulla morte da infortunio: non si possono attendere né dieci né quindici anni. È uno scandalo. Come ho affermato all'inizio i numeri hanno la testa dura e per queste ragioni i governi sono condannati in tutti i tre gradi di giudizio: etico, morale e del buon senso. Chi può, la politica, deve garantire sicurezza, esercitare il controllo, prevenire gli infortuni", ha detto il sindacalista.

C'era un'ampia delegazione della Cgil provinciale. "Ma il Primo maggio non può essere solo una giornata di celebrazioni e di festa ma deve essere la giornata della consapevolezza e della scelta. Scegliere se continuare a credere alla favola che ci racconta di un Paese che non esiste con un'occupazione che esiste solo nella fantasia di chi ci governa o se è arrivato il tempo di rendersi conto che il nostro Paese, la nostra Provincia, sono un territorio dove c’è fame di lavoro, di occupazione giovanile, di occupazione femminile, di buona occupazione, di istruzione e di diritto alla salute. E’ arrivato il tempo che il lavoro torni al centro di ogni agenda politica, senza ridursi a squallido baratto nelle competizioni elettorali e a trappola di precarietà e sfruttamento. Ma le conquiste si ottengono con atti concreti, con scelte coraggiose. Per questo i cinque referendum rappresentano l’occasione per trasformare la nostra indignazione in un’azione concreta di cambiamento. Sono l’occasione per trasformare l’indignazione in azione, la protesta in cambiamento. Attraverso il voto dell’8 e del 9 giugno possiamo veramente trasformare la favola in una realtà concreta. Il lavoro si tutela, si difende nelle piazze, nelle fabbriche e nelle urne", spiega il segretario confederale Rosanna Moncada.
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