Giovane ammette, il padre l’avrebbe violentata: ha parlato in aula davanti ai giudici

 
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Gela. Avrebbe ritrattato l’iniziale versione, addirittura autoaccusandosi di aver calunniato il padre, solo per proteggere i figli che l’uomo intanto aveva avuto da una nuova compagna. Gli abusi sessuali contestati dagli inquirenti ci sarebbero stati e a subirli fu l’allora quattordicenne e oggi appena ventenne, che è stata sentita davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. A giudizio, c’è il padre, condannato in primo grado ad otto anni di reclusione. In base alle accuse, avrebbe abusato sessualmente della figlia. Lei ha confermato rispondendo alle domande poste soprattutto dal difensore dell’imputato, l’avvocato Salvo Macrì. La giovane, dopo aver ammesso i presunti abusi, due anni fa decise però di autodenunciarsi per calunnia ai danni del padre, sostenendo di aver inventato tutto. Adesso, ha ammesso di averlo fatto solo per evitare conseguenze peggiori agli altri figli dell’imputato. I giudici nisseni dovranno valutare le dichiarazioni rese. La madre è parte civile nel procedimento. Allo stesso tempo, anche la ragazza deve rispondere di autocalunnia, per essersi accusata, ma solo con l’obiettivo di coprire gli abusi che invece ci sarebbero effettivamente stati. In questo caso, è difesa dall’avvocato Enrico Aliotta.

Una vicenda che trae spunto proprio dal rapporto tra l’imputato e la figlia, che ad un certo punto decise di tornare a vivere insieme al genitore. La difesa ha approfondito i ricordi della testimone, anche per valutare la congruità tra le sue dichiarazioni e le accuse portate avanti dai magistrati. A luglio si torna in aula, questa volta per la decisione.

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