Gela. Erano presenti la sera dell’aggressione e avrebbero fatto da palo, mentre un giovane veniva colpito a ripetizione, anche con un martello. Per quanto accaduto sei anni fa, tra i vicoli del centro storico, il pm Dina Aletta, questa mattina, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna ad undici anni e otto mesi di reclusione per Roberto Asmetto e a sette anni per Salvatore Vella. Per questa vicenda, sono già definitive le condanne emesse per le posizioni di Giuseppe Rinella e Simone Rinella, padre e figlio che aggredirono il giovane. L’accusa per tutti è di tentato omicidio. La procura, pure nel giudizio a carico di Asmetto e Vella, ha ribadito che c’era l’intenzione di uccidere. Una linea confermata dal legale di parte civile, l’avvocato Filippo Faro, che rappresenta il ferito. Il pm, inoltre, ha spiegato che il giovane preso di mira evitò la morte solo perché riuscì comunque a divincolarsi. Fu sottoposto ad un intervento chirurgico. Le difese, sostenute dai legali Giuseppe Smecca e Francesco Bellino, hanno invece fornito un’analisi diversa. Hanno messo in dubbio l’identificazione dei due accusati. Ritengono non ci siano le condizioni per avere certezza sulla loro presenza.
Secondo i loro legali, mancherebbero ragioni alla base di un loro coinvolgimento. E’ stato fatto notare, sempre dai banchi della difesa, che il giovane ferito aveva un forte astio verso i due Rinella: li riteneva responsabili di spari contro l’abitazione di un familiare e del rogo della sua auto. La decisione del collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Eva Nicastro e Martina Scuderoni), verrà emessa al termine della prossima udienza.