Gela. Venne ricostruita una lunga scia di furti, tutti messi a segno a danno di aziende insediate nella zona industriale locale. Rame, ferro ma anche mezzi da lavoro: un gruppo specializzato proprio in azioni di questo tipo, secondo gli inquirenti, prese di mira i siti produttivi locali. A processo, sono finiti i presunti componenti. Si tratta in prevalenza di cittadini di nazionalità romena. C’è anche un imputato di nazionalità italiana. Per gli investigatori, non è da escludere che la refurtiva venisse poi smerciata in grandi centri per il rame o il ferro. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, è arrivato un altro troncone processuale, scaturito dalla stessa indagine. Imputato è un cittadino romeno, Ionut Mangoveanu. Tra i siti produttivi colpiti dai furti, pure quelli di Enimed. L’azienda ha preannunciato, in aula, la costituzione di parte civile, attraverso il legale Attilio Floresta.
Una richiesta in tal senso è stata avanzata pure nel procedimento già in corso, nel quale il dibattimento è stato aperto. Il legale della multinazionale, infatti, ha indicato la mancata notifica che non permise alla società di avanzare la costituzione. Il management di Enimed ritiene che ci furono danni dai furti e dalle incursioni addebitati agli imputati.