Gela. Le difese di alcuni degli imputati, tutti condannati in primo grado per i fatti dell’inchiesta “Cavallo di ritorno”, potrebbero scegliere di avanzare richiesta di concordato ai giudici di appello. Per questa ragione, il giudizio di secondo grado, dopo i ricorsi presentati dai legali, slitta a fine mese. In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela ha condannato Pasquale Trubia a quattro anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche e Salvatore Lignite a tre anni, sempre con il riconoscimento delle attenuanti. Secondo il collegio penale del tribunale, avrebbero affrontato e aggredito un coetaneo, per sottrargli i biglietti di un concerto, alcuni dei quali poi rivenduti. Un anno e quattro mesi, invece, ad Armando Ferrigno. Dieci mesi ad Armando Emanuele Ferrigno e sei mesi, con pena sospesa, per Alessandro Avenia. Avrebbero fatto parte di un gruppo di giovani, con base a Scavone, attivo nei furti di ciclomotori e moto. Sarebbe stato chiesto denaro in cambio della restituzione di quanto veniva rubato.
I poliziotti del commissariato e i pm della procura ricostruirono inoltre la rapina ad un giovane, preso di mira per sottrargli appunto i biglietti di un concerto. I difensori, già in primo grado, hanno sempre parlato di vicende ricostruite solo attraverso intercettazioni telefoniche, senza veri riscontri. Una linea che li ha portati ad impugnare le condanne. I giovani imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Nicoletta Cauchi, Salvo Macrì e Maria Elena Ventura.