Gela. Avrebbero dovuto lasciare le case famiglia che li ospitano lo scorso 31 giugno ma per gli oltre cinquanta pazienti psichici in cura all’interno di queste strutture è giunta una proroga fino al prossimo 15 settembre.
Adesso, però, il problema riguarda l’individuazione di un’idonea copertura economica che possa permettere alle casse comunali di coprire una parte delle rette. In base ai calcoli effettuati dai tecnici di Palazzo di Città, servono circa duecentocinquantamila euro.
In sostanza, si tratta di una cifra che, in base agli accertamenti compiuti dai funzionari comunali e da quelli del settore servizi sociali, dovrebbe garantire la permanenza dei pazienti fino a metà settembre e, di conseguenza, il pagamento delle rette in favore dei gestori delle strutture convenzionate.
Da mesi, comunque, la tensione su questo fronte è diventata decisamente elevata. Le prime proteste scoppiarono ad aprile, al momento dell’annuncio giunto direttamente dal responsabile del centro di salute mentale Franco Lauria. Alle famiglie dei pazienti psichici venne comunicata l’esigenza che i loro cari lasciassero le strutture che, fino ad allora, li avevano ospitati.
Molte famiglie, però, si trovarono letteralmente spiazzate dalla comunicazione. La rabbia, comunque, non risparmiò neanche i tanti operatori in servizio tra le case famiglia locali. Il centro di salute mentale di via Madonna del Rosario divenne teatro di aspre proteste. Il vero nodo da sciogliere, comunque, rimane quello della collocazione alternativa di pazienti che, da diversi anni, vivono tra le mura delle strutture convenzionate.
Non a caso, dopo la decisione di prorogare il termine ultimo al prossimo 15 settembre: lo stesso direttore del centro di salute mentale Franco Lauria ha avviato una serie di consultazioni con i familiari dei pazienti. Lo scopo è più che evidente, cercare una nuova collocazione che possa favorire il loro reinserimento sociale.
Sicuramente, le soluzioni non sembrano così agevoli da individuare: anche per questa ragione, infatti, si è scelto di protrarre il termine ultimo per l’uscita dalle case famiglia. Un rinvio che sta avendo conseguenze sul fronte delle casse di Palazzo di Città: i duecentocinquantamila euro necessari alla copertura dei costi potranno servire solo per un periodo di tempo decisamente limitato.
Le tante famiglie interessate, intanto, non smettono di preoccuparsi per la sorte dei loro parenti.