Gela. Come riferito già questa mattina, sembra che il governo regionale, salvo ritorni di fiamma, abbia depennato i 130 milioni di euro destinati al nuovo ospedale, che sarebbero dovuti essere una delle tante voci del programma dei finanziamenti Fsc 2021-2027. Al momento, così non sarà. Per i consiglieri civici Davide Sincero e Rosario Faraci, per gli autonomisti Valeria Caci e Diego Iaglietti e ancora per l’esponente di Azione Luigi Di Dio, quello che si sta concretizzando a Palermo è un “crimine politico”. “Ieri, il presidente della Regione Schifani ha illustrato il piano di riparto degli stanziamenti Fsc 21/27. Ebbene, nella ricetta perfetta del governo regionale non figurano più i fondi che sarebbero dovuti servire per la costruzione del nuovo ospedale di Ponte Olivo. Non esistono più. Il governo regionale ,evidentemente, non soltanto ritiene la sanità cosa secondaria ma ritiene anche di poterci sbeffeggiare al punto da scipparci sotto gli occhi la speranza di una infrastruttura ospedaliera nuova – dicono i consiglieri – ricordiamo bene quando, solo qualche tempo fa, in molti dichiaravano passi in avanti nell’iter del nuovo ospedale così come ricordiamo quando il nuovo ospedale sembrava una certezza per molti. Non per noi. Prima che l’ex manager, ingegnere Caltagirone, si congedasse dalla direzione generale revocò la delibera che prevedeva il project financing. Ricevette certamente disposizione dall’alto in tal senso. Capimmo allora che più di qualcosa non stava andando verso la direzione della costruzione del nuovo ospedale. Oggi, abbiamo la certezza che il governo Schifani, premeditatamente, ha illuso la città per il solo gusto di derubarla al momento opportuno del suo diritto ad un nuovo ospedale”. Civici, autonomisti e calendiani, insieme, contestano duramente la mossa del governo regionale. Vogliono portare il caso, sollevato nelle scorse ore dall’ex parlementare Ars Lillo Speziale, direttamente all’assise civica.
“Con questa scelta ha inferto l’ennesimo colpo alla nostra città che, ai nostri occhi, non può rimanere politicamente impunito. Depositeremo nei prossimi giorni una richiesta di monotematico, inviteremo anche il presidente Schifani e l’assessore al ramo – aggiungono – vogliamo sentire dalla loro viva voce, secondo quale principio politico hanno scelto di derubarci anche stavolta. Vengano nella nostra città a dirlo, non nelle pompose stanze regionale, quelle del potere che deruba”. E’ evidente il sintomo di intolleranza verso un taglio che metterebbe fine a qualsiasi velleità di un nuovo ospedale, a garanzia di tutta la zona sud della provincia. Un messaggio chiaro che in città arriva anche dal gruppo autonomista, che fa parte del governo regionale.
I referenti politici locali cosa hanno da dire in merito