Gela. Da diversi mesi l’attenzione del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di porto è volta in particolare al contrasto degli illeciti di natura ambientale perpetrati lungo le sponde del fiume Gela. Le attività hanno portato i militari operanti, più volte nel corso del tempo, a risalire le sponde, alla ricerca sia di scarichi abusivi che di depositi di rifiuti potenzialmente dannosi per l’ambiente. Nelle scorse settimane, il personale della Capitaneria di porto ha rinvenuto, in zona limitrofa alle sponde, un intero canale originariamente adito a raccolta acque meteoriche per successivo deflusso al corpo idrico. Era colmo di reflui fognari visibilmente non depurati e ben coperto dalla vegetazione spontanea, oltre che difficilmente distinguibile se non tramite approfondita ispezione. Pertanto, al fine di individuare l’origine del refluo, i militari hanno provveduto a controllare le unità abitative della zona, riscontrando la presenza di un intero complesso residenziale, composto da quattordici nuclei, abusivamente allacciato al canale. Procedendo con l’ispezione e mediante l’utilizzo di un sistema di tracciante in uso ai militari del Nucleo di Polizia Ambientale, si accertava, in contraddittorio con le parti, la realizzazione di un sistema di bypass delle vasche accumulanti il refluo, che anziché essere depurate ai sensi di legge o smaltite, erano convogliate all’esterno, creando sia nocumento all’igiene e pubblica salubrità sia una potenziale compromissione ambientale, attesa la vicinanza della zona alle sponde del fiume Gela.